Rotta? Non importa. Da oggi le lampadine a incandescenza non saranno più in vendita, occorrerà sostituirle con un'alternativa più efficiente. Photo credit: Kyle May, Flickr, www.flickr.com/photos/kylemay/
Centotrent'anni di servizio sono un'età più che onorevole per andare in pensione. Così dopo oltre un secolo di utilizzo le care vecchie lampadine a incandescenza, con la loro inconfondibile forma "a pera", spariranno dal mercato. Scatta oggi, 1 settembre, il divieto di commercializzazione delle ultime rimaste sul mercato, quelle con potenza compresa tra 25 e 40 watt; le altre sono state messe progressivamente fuori legge a partire dal 2009. Il bando delle lampadine più energivore fa parte di una serie di direttive europee che dovrebbero portare, entro il 2020, a un risparmio energetico equivalente al consumo di 11 milioni di famiglie all'anno, e a una riduzione annua delle emissioni di CO2 di 15 milioni di tonnellate, almeno secondo i dati forniti dalla Commissione Europea.
Uno specchietto riassuntivo del piano di messa al bando delle fonti luminose non efficienti da parte della UE: (Image courtesy: Philips)
Che cosa rimane: fluorescenti compatte
Le alternative rimaste a nostra disposizione brillano, è il caso di dirlo, in efficienza. Le lampadine fluorescenti (quelle per intendersi dalla forma a spirale) o CFL (Compact Fluorescent Lamp) costano fino a quattro volte di più di quelle a incandescenza ma durano più a lungo, fino a 8-10 anni. Inoltre, consumano il 65-80% di energia in meno rispetto alle vecchie lampadine, che al contrario trasformavano in luce solo il 5-10% di energia, dissipando la rimanente in calore. Calcoli della Commissione Europea stimano che installandole in tutti i punti luce di casa, il risparmio annuo sulla bolletta sarebbe di 50 euro a famiglia.
Vantaggi indiscussi a parte, resta però la scocciatura dello smaltimento. Le fluorescenti contengono una infatti una piccola quantità di mercurio, pari a 5 milligrammi (una dose non pericolosa per la salute e sufficiente appena a ricoprire la punta di una matita). Nonostante il bulbo di vetro, quindi, non vanno gettate insieme alle bottiglie ma trattate come "rifiuti pericolosi" e riportate, una volta esaurite. presso i punti vendita dove le avete acquistate o nelle riciclerie cittadine.
Vantaggi indiscussi a parte, resta però la scocciatura dello smaltimento. Le fluorescenti contengono una infatti una piccola quantità di mercurio, pari a 5 milligrammi (una dose non pericolosa per la salute e sufficiente appena a ricoprire la punta di una matita). Nonostante il bulbo di vetro, quindi, non vanno gettate insieme alle bottiglie ma trattate come "rifiuti pericolosi" e riportate, una volta esaurite. presso i punti vendita dove le avete acquistate o nelle riciclerie cittadine.
Che cosa rimane: LED
Al contrario delle CFL, i LED (diodi emettitori di luce) si accendono subito: non dovrete cioè aspettare i canonici 60-90 secondi prima che la stanza sia illuminata. Rispetto alle lampadine a incandescenza, garantiscono un risparmio energetico fino all'85% e durano anche 15 anni in più. Non contengono mercurio ma questo non vi esimerà da un accurato smaltimento rifiuti: non possono essere gettati nel sacco nero, vanno invece smaltiti come RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche).
Conto alla rovescia per le alogene
Dal 2016 saranno bandite le lampade di classe energetica C: in questa classe rientrano, attualmente, le alogene a risparmio energetico che quindi spariranno dal mercato. La classe è determinata dall'efficienza energetica calcolata come il rapporto tra l'output luminoso (la quantità di luce emessa, o lumen) e la potenza (watt). La legislazione interessa la classe energetica, e non il tipo di lampadina: se quindi, in futuro, dovessero essere sviluppate alogene di classe più efficiente rispetto alla C, queste non sarebbero soggette al bando.
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