20 marzo, 2013

LE lingue dentro al cervello


Il poliglotta perfetto non esiste
Il poliglotta perfetto non esiste

La lingua madre, quella che impariamo alla nascita, si sedimenta nel cervello in un modo del tutto diverso rispetto alle lingue imparate successivamente. Lo dimostra uno studio che per la prima volta indaga su che cosa avviene nel cervello quando leggiamo nella nostra lingua. 

Le lingue straniere? Potete anche impararle alla perfezione, ma non le parlerete mai come quella che avete ascoltato alla nascita. È più o meno questa la conclusione di uno studio coordinato da Alice Mado Proverbio, del laboratorio di elettrofisiologia cognitiva del dipartimento di psicologia dell'Università di Milano-Bicocca. Nel corso di uno studio su 15 interpreti simultanei italiani di elevata professionalità, la cui padronanza della lingua inglese è praticamente indistinguibile da quella dell'italiano, la ricercatrice ha individuato alcune componenti dell'attività elettrica del cervello che permettono di capire se un soggetto intento alla lettura di un testo è madrelingua oppure no.

Reazioni diverse. Dallo studio emerge infatti che una specifica onda elettrica (definita N170), attivata dalla regione visiva sinistra del cervello durante la lettura silenziosa, segnala se il soggetto è alle prese con la lingua che ha imparato a parlare da bambino oppure con una lingua imparata successivamente. Secondo gli scienziati, la differente reazione del cervello dipende dal fatto che l'apprendimento della lingua nativa si verifica contemporaneamente all'acquisizione delle conoscenze concettuali e delle esperienze corporee e sensoriali. 
Cervello e linguaggio
Cervello e linguaggio

APPRENDIMENTO EMOTIVO 
«Ad esempio», spiega Proverbio, «un bimbo impara che un "coltello" è lungo, affilato, lucente, freddo, appuntito... sono le informazioni sensoriali apprese toccando e guardando; che solo gli adulti lo possono maneggiare (informazioni normative); che è pericoloso e può fare male (valenza emotiva)». Pertanto, se l'apprendimento della traduzione della parola in un'altra lingua avviene dopo la formazione delle conoscenze sul mondo, cioè dopo i cinque anni circa, il termine non entrerà a far parte del substrato profondo della memoria, perché sarà stato acquisito esclusivamente come informazione fonetica (cioè uditiva) e ortografica.

Madrelingua in tribunale. Le possibilità offerte dallo studio sono numerose e interessanti. Una su tutte, quella legale: capire la lingua madre di un soggetto posto di fronte a un testo scritto potrebbe rivelarsi utile, per esempio, nell'identificazione della nazionalità di persone reticenti, soggette ad amnesie, in stato confusionale, sordomute o affette da gravi forme degenerative cerebrali. 

Il cartellone pubblicitario che produce acqua potabile


20
mar 2013


Fa quello per cui è nato, promuovere qualche prodotto o servizio, ma nel frattempo disseta gli abitanti di Lima, capitale del Perù, dove l’acqua scarseggia. Ecco come funziona.


Il primo cartellone pubblicitario che trasforma l'umidità in acqua potabile. È stato progettato dall'Università di Ingegneria e Tecnologia (UTEC) di Lima per aiutare la popolazione (e promuovere i propri corsi).
Il primo cartellone pubblicitario che trasforma l'umidità in acqua potabile. È stato progettato dall'Università di Ingegneria e Tecnologia (UTEC) di Lima per aiutare la popolazione (e promuovere i propri corsi).

A prima vista sempre un normale cartellone pubblicitario, di quelli altissimi che si vedono a chilometri di distanza, ma che unisce l’utile al dilettevole. È in grado di trasformare l’umidità in acqua potabile grazie a un sistema sviluppato dall’Università di Ingegneria e Tecnologia (UTEC) di Lima con la collaborazione di Mayo DraftFCB, un’agenzia pubblicitaria locale.

Niente pioggia

Lima è la seconda capitale più grande del mondo situata nel deserto, dopo Il Cairo in Egitto, e le sue condizioni climatiche sono molto particolari. Le precipitazioni atmosferiche, sebbene si affacci sull’oceano Pacifico, sono praticamente inesistenti - circa 10/12 mm l’anno. Gli abitanti si adattano sfruttando l’acqua dei pozzi che è, il più delle volte, sporca e contaminata. Poca pioggia, insomma, ma un livello di umidità che sfiora il 98%. Perché non sfruttarlo si sono chiesti i ricercatori dell’UTEC. E così hanno fatto. 
Il sistema è in grado di produrre 100 litri d'acqua potabile al giorno.
Il sistema è in grado di produrre 100 litri d'acqua potabile al giorno.

Tanta umidità

Il cartellone pubblicitario è costituito da cinque generatori che trasformano l’umidità in acqua che viene successivamente purificata tramite filtri a carboni attivi e lampade UV antistatiche, e raccolta in cinque serbatoi. L’acqua arriva al rubinetto posizionato alla base della struttura per semplice caduta libera. L’eventuale produzione in eccesso viene conservata in serbatoi di riserva.

Acqua per tutti

L’idrocartellone, dalla sua installazione circa tre mesi fa, ha già prodotto 9450 litri di acqua potabile dissetando centinaia di famiglia. La speranza è che una struttura simile sia disponibile, a breve, presso ogni villaggio peruviano (e non solo).

I pianoforti hanno tutti lo stesso numero di tasti?


<a href="http://www.focus.it/curiosita/arte/il-cervello-dei-pianisti-e-diverso_C39.aspx" target="_blank">Il cervello dei pianisti &egrave; diverso?</a> - Foto: © Justin Paget/Corbis
 - Foto: © Justin Paget/Corbis

Nella maggior parte dei casi, sì. I tasti sono quasi sempre 88: 52 bianchi e 36 neri. La disposizione dei tasti è di sette ottave più due note iniziali (un intervallo di terza, dal si al primo do). In pratica, da sinistra, i tasti bianchi indicano: la, si, do, re, mi, fa, sol, la, si, alle quali segue per altre 6 volte la scala maggiore, più il do finale. I tasti neri sono alterazioni, cioè i bemolle o i diesis, e producono un suono più alto o più basso di mezzo tono rispetto ai tasti bianchi vicini.



Note elettriche
Alcuni modelli di pianoforte, i “gran coda” per esempio, contano invece 9 tasti in più, che si trovano dalla parte dei bassi, cioè a sinistra. Arrivano, quindi, a otto ottave complete. Le tastiere elettroniche, al contrario, possono avere anche un numero di tasti inferiore a quello del pianoforte acustico. Per esempio ci sono pianoforti elettronici a 76 tasti, e tastiere a 61 tasti (cinque ottave) o anche a 49 tasti (quattro ottave). 

Generation Awake: un programma dell'Unione Europea per l'ambiente


Generation Awake: Imagine all the Water (in italiano qui sotto) mostra con brevi testi e animazioni, quanta acqua costa quello che facciamo, indossiamo, mangiamo. È una guida a scoperte curiose e sorprendenti: sapevate, per esempio, che una pizza margerita vale 1.216 litri d'acqua? Proprio così: per passare da pomodori e frumento a quella meraviglia che è la pizza appena sfornata occorre una quantità d'acqua pari a quanto beve un adulto in 800 giorni (oltre due anni!). Per saperne di più cliccate sul pulsantone con l'immagine della pizza, dove troverete anche numerosi approfondimenti.

In più: per scoprire quale uso facciamo di altre risorse della Terra cliccate sull'etichetta Generation Awake (in alto a sinistra), che "apre" una casa multimediale, da esplorare per vedere quanto sia in fondo facile ridurre la nostra impronta ecologica sul pianeta che abitiamo.
 

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19 marzo, 2013

Siamo fritti!


Secondo l'Oms e la Fao, è meglio non mangiare troppe patatine fritte: una reazione chimica che si verifica nell'amido cotto ad alte temperature porta alla formazione di sostanze dannose.

Siamo fritti!
Secondo l'Oms e la Fao, è meglio non mangiare troppe patatine fritte: una reazione chimica che si verifica nell'amido cotto ad alte temperature porta alla formazione di sostanze dannose.
Troppe patatine? Un consumo eccessivo, secondo Fao e Oms, potrebbe essere pericoloso.
Troppe patatine? Un consumo eccessivo, secondo Fao e Oms, potrebbe essere pericoloso.
Le patatine fritte, sia quelle che si acquistano nei fast food, sia le chips confezionate nei sacchetti, possono contenere acrilamide, un composto che ad alte concentrazioni provoca il cancro negli animali. La prima a lanciare l'allarme è stata la Swedish food authority, l'organismo svedese che si occupa del controllo della qualità del cibo, seguita poi dalla Food and Drug Administration americana e dall'Oms (Organizzazione mondiale della sanità).
Identikit del nemico. L'acrilamide, presente anche nel fumo di sigaretta, è un composto chimico utilizzato nella fabbricazione della plastica. Ha effetti neurotossici, ed è considerato un potenziale cancerogeno anche per l'uomo. Si forma quando i cibi ricchi di amido vengono cotti a temperature superiori a 120 gradi, vale a dire di poco inferiore al punto di fumo dell'olio di girasole, uno dei più utilizzati in questo genere di preparazioni alimentari. Si tratta in pratica di un sottoprodotto della reazione di Maillard, responsabile del tipico sapore e del colore ambrato dei cibi fritti, grigliati e arrostiti. Una sottoreazione tra aminoacidi, in particolare l'asparagina, e zuccheri, produrrebbe l'acrilamide. 
Meglio bollite. Le patate, cotte in vari modi, fanno parte dell'alimentazione umana da circa 8 mila anni. Finora nessuno aveva evidenziato effetti negativi. La bollitura per esempio sembra non avere gli stessi effetti della frittura. Inoltre, in molti altri cibi sono presenti sostanze cancerogene in tracce, e ciò non significa che siano dannosi. Resta da capire dunque in quali dosi le patatine possano essere effettivamente dannose, e se sia il caso di eliminarle del tutto dalla dieta, oppure solo limitarne l'eccessivo consumo.
Modica quantità. Secono l'Oms la dose media di acrilamide assunta ogni giorno da un uomo con vari cibi, è di circa 70 microgrammi al giorno, e sarebbe dunque molto inferiore a quella che in laboratorio ha dimostrato effetti tossici sui topi. In attesa di altre conferme, la Fao, l'organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa di alimentazione e agricoltura e l'Oms hanno raccomandato di evitare la cottura prolungata e ad alte temperature degli alimenti contenenti amido.

Perché si parla nel sonno?


Parlare nel sonno (somniloquio) è una normale manifestazione dell’attività notturna del cervello, che non si “addormenta” completamente ma continua a formulare pensieri inconsci,...

Parlare nel sonno (somniloquio) è una normale manifestazione dell’attività notturna del cervello, che non si “addormenta” completamente ma continua a formulare pensieri inconsci, indipendentemente dal fatto che stiamo sognando o no. In alcuni casi questi pensieri ci portano a parlare ad alta voce e a formulare anche frasi di senso compiuto.
Colpa dello stress? È un fenomeno molto comune tra i bambini, che non hanno ancora sviluppato il coordinamento tra i centri cerebrali che comandano il linguaggio e i muscoli del volto; ma capita anche agli adulti, specialmente in situazioni di stress particolare o anche per una semplice febbre. Sebbene parlare nel sonno possa essere sintomo di eccessivo affaticamento fisico e mentale, solitamente non viene considerato una malattia, anche se può essere uno dei sintomi di alcune patologie neurologiche.

Perché si piange di dolore o di gioia?


Quando si prova una forte emozione, il sistema limbico del cervello stimola il sistema nervoso centrale, il quale a sua volta mette in moto una serie di reazioni fisiologiche: il battito cardiaco...

Quando si prova una forte emozione, il sistema limbico del cervello stimola il sistema nervoso centrale, il quale a sua volta mette in moto una serie di reazioni fisiologiche: il battito cardiaco aumenta, si altera il ritmo della respirazione e le ghiandole lacrimali, poste sopra l’arco superiore dell’occhio, producono lacrime. Quando si piange, il liquido “sgorga” nell’angolo dell’occhio e scorre lungo la congiuntiva, la membrana che riveste l’interno delle palpebre, per finire nella cavità nasale. A ogni battito delle ciglia l’occhio si lubrifica. In questo modo viene evitata la disidratazione del bulbo e facilitato l’allontanamento della polvere. Le lacrime hanno anche un potere disinfettante: contengono glucosio, cloruro di sodio, proteine, urea e un enzima battericida, il lisozima.
PIANTO DI GIOIA

Perché in automobile ci si arrabbia tanto?

       In base a una ricerca dell’Università di Leeds (Inghilterra), circa il 25% degli automobilisti mette in atto abitualmente comportamenti aggressivi: suona il clacson, lampeggia, gesticola, urla, si avvicina pericolosamente all’altra auto.

Questi comportamenti dipendono da diversi fattori. 

1. Innanzitutto, nel traffico scatta una sorta di competizione fra guidatori: uno studio dell’Università di Stoccolma rivela che il 90% dei patentati si giudica più abile della media. 

2. Inoltre, per Raymond Fuller, psicologo del Trinity College di Dublino, fra automobilisti raramente si ha un rapporto faccia a faccia e, senza le informazioni che derivano dal contatto diretto con l’altro (espressione del viso ecc.), l’empatia, che tenderebbe a calmare gli animi, risulta ridotta.



Guerrieri del traffico
Anche chi è pacato può diventare aggressivo alla guida, ma si arrabbia più spesso chi è impulsivo. Lo ha mostrato uno studio dello psicologo Jerry Deffenbacher, dell’Università statale del Colorado.  anche visto che chi si arrabbia molto al volante, tende ad avere pensieri vendicativi (“Adesso ti supero!”), e ha più spesso una guida pericolosa.

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18 marzo, 2013

grazie per tutte queste VISUALIZZAZIONI

Giochi PS4 al lancio: GTA 5, FIFA 14, PES 2014, Watch Dogs ed altri


Sony ha presentato pochi giorni fa la sua prossima PS4, console next-gen che ha lasciato tanti a bocca aperta e qualcuno a bocca asciutta. Si è già discusso delle tante novità proposte per la prossima macchina, su come sarà e su come avremmo voluto che fosse.
Quello che vogliamo fare oggi, invece, è proporre una specie di lista su quelli che – a giudizio di molti addetti ai lavori e di tanti fans sparsi per il mondo – potrebbero essere i giochi presenti al lancio della console che, ricordiamo, dovrebbe avvenire per le festività natalizie di quest’anno (anche se restano molti i dubbi sulla certezza della data d’uscita). Cominciamo dunque. In questi giorni stiamo assistendo, da molte parti, un’escalation di news riguardanti annunci di giochi che saranno disponibili per la prossima generazione di console: ma quali, di questi, saranno presenti effettivamente al lancio? E’ ovvio che un discorso di questo tipo diventerà più rilevante fatto, magari, fra qualche mese, ma è giusto fare chiarezza e cercare di anticipare i tempi spingendoci leggermente oltre quello che, ad oggi, è l’ignoto.
Cominciamo con Killzone: Shadow Fall. Questa è ormai una certezza. Si sono visti video, filmati di gameplay in diretta nazionale negli USA e Sony e gli sviluppatori lo danno, al 100%, come un titolo di punta per il lancio della console.
Il secondo titolo che vi proponiamo è Drive Club: i creatori di MotorstormEvolution Studios, ci ha già deliziato durante il meeting di New York indetto da Sony ed il titolo, seppur ancora avvolto parecchio dal mistero, sembra essere in linea con lo sviluppo e dovrebbe essere certo al 100% per il lancio PS4.
Non sarà facile abituarsi a vedere un gioco Bungie per PlayStation 3, ma il destino è destinato a cambiare: con Destiny, di cui si dovrebbero avere ulteriori dettagli nel corso delle prossime settimane, sarà a tutti gli effetti (confermato) un titolo prodotto sia per l’attuale console Sony che per PS4. Sarà presente al lancio? Non è stato dichiarato apertamente ma si tratta di un titolo nuovo per console prodotto da uno studio che su Xbox 360 ha fatto scuola e, questo, potrebbe portare a non aspettare l’uscita di altri titoli importanti che potrebbero offuscarne l’ondata mediatica che sta dietro Bungie: diciamo che attendiamo conferme ma (secondo me) è un titolo che al 90% sarà presente al lancio.
Uno dei titoli più attesi per l’attuale generazione di console è, senza dubbio, GTA 5 confermato, ormai da tempo, per settembre. Ma verrà prodotto per PS4? Beh, a dicembre GTA5 sarà ormai “vecchio” (passatemi il termine – Ndr) ma un suo cross-gen potrebbe essere plausibile per dare la possibilità agli utenti nuovi di giocare un must have delle vecchie console: 90%.
Battlefield 4 è stato confermato, poco tempo fa, come un titolo di punta della prossima generazione e quindi, senza perderci troppe parole, viene dato certo al lancio della console Sony.
Passiamo ora ai tanto amati giochi sportivi ed in particolare a due su tutti: FIFA 14 e PES 2014. Per quanto riguarda il titolo EA Sports, è notizia di poco fa che è stato avvistato su Amazon Germania per PS4 e, quindi, lo diamo per certo anche se la software house non ha ancora confermato. SU PES 2014, invece, attendiamo le notizie che dovrebbero arrivare a breve sul nuovo motore grafico. Se queste fossero notizie buone (come possiamo immaginare), diventerebbe certo che Konami non perderebbe l’occasione di lanciare PES 2014 insieme alla console visto (fra le altre cose) il successo del titolo 2013 sui mercati asiatici. Cosa centra? Beh, pensate che impatto potrebbe avere, giocando in casa, lanciare la nuova console in Giappone e non solo con un titolo che visto il successo dell’anno scorso è già molto atteso in Oriente! Riepilogo: FIFA 14 – 100%; PES 2014 – 99%. VS 

Chi scrive a chi


Secondo una ricerca, lo scambio di email tra gli abitanti di paesi diversi non dipende solo dai loro rapporti commerciali e politici, ma dalle similitudini culturali.


Una diagramma mostra una sintesi dei flussi di e-mail tra paesi di cultura e religione diversa.
Una diagramma mostra una sintesi dei flussi di e-mail tra paesi di cultura e religione diversa.

Quanto più due nazioni hanno rapporti, tanto più i loro abitanti si scriveranno email, ma… non sempre. E' la conclusione a cui è giunto un team di studiosi dopo aver analizzato milioni di email diYahoo. La ricerca, promossa dalle Università di Stanford e Cornell, da Yahoo e dal Qatar Computational Research Institute, ha evidenziato come paesi che hanno la stessa lingua, confini in comune, consuetudini commerciali e un maggior numero di collegamenti aerei tendono a mandarsi più email. Con le dovute eccezioni.

Cultura e società
Ad avvicinare due nazioni sono soprattutto le similitudini culturali: i ricercatori lo hanno capito leggendo i flussi di email, alla luce degli studi del sociologo olandese Geert Hofstede, secondo cui i paesi vanno confrontati in base al rapporto tra abitanti e potere, al tasso di individualismo e collettivismo, al modo in cui gestiscono eventi inattesi, all'equilibrio tra valori maschili e valori femminili, alla tendenza ad avere obiettivi a lungo o a breve termine e alla rigidità delle norme sociali. I rapporti economici e politici insomma non basterebbero a spiegare le relazioni internazionali.

La scoperta è che i paesi europei si scrivono meno di quanto ci si aspetterebbe, nonostante tra loro intercorrano molte relazioni commerciali e politiche. Al contrario quelli del Sudamerica hanno rapporti via email soprattutto tra loro, quasi a isolarsi dal resto del mondo. Ed entrano in contatto più volentieri tra loro i paesi dove i valori "maschili" predominano su quelli "femminili". E l'Italia? Dalla ricerca è emerso che la maggior parte dei nostri rapporti via email li abbiamo co Belgio, Stati Uniti, Svizzera, Croazia e Slovenia (vedi foto). L'avreste mai detto?

Come è nato l’applauso?


Le più antiche testimonianze sull’applauso risalgono al periodo del teatro classico greco. L’idea originaria è quella di esprimere approvazione con rumori, perciò il pubblico gridava, batteva le mani e pestava i piedi. L’uso passò poi ai Romani, il cui entusiasmo era spesso così scomposto da arrivare alla violenza: Augusto fu costretto a regolare gli applausi, imponendo un disciplinatore che dava il segnale di inizio. Col passare dei secoli l’uso dell’applauso si è modificato e, per fortuna, non arriviamo alle gazzarre di una volta.

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17 marzo, 2013

Il "bigino" illustrato della scienza

Galileo
Galileo Galilei vedeva lungo. Talmente lungo che inventò il cannocchiale e pensò di usarlo per osservare la volta celeste. Meglio che spiare i vicini, no?
Archimede
«Datemi una leva e vi solleverò il mondo!». Ammettetelo, anche voi almeno una volta a scuola avete immaginato il piccolo Archimede alle prese con un bastone di venti mila chilometri.
Einstein
"Mamma, stai tranquilla, anche Einstein è stato bocciato" non è una scusa valida. A meno che non riusciate a scoprire una teoria rivoluzionaria come quella della relatività: E=mc2.
Edison
Se le idee sono lampadine che si accendono, Edison ebbe quella di accendere le lampadine.
Darwin
Piccolo test per capire se avete colto le teorie di Darwin. L'uccello ha le ali per volare oppure vola perché ha le ali?

FOTO DEL GIORNO

I "mi piace" di Facebook rivelano i nostri segreti


Bastano una decina di "like" per capire chi votiamo, se siamo etero o gay e persino se facciamo uso di droghe.

Mi piace... farmi conoscere.
Mi piace... farmi conoscere.

Dimmi cosa ti piace su Facebooke ti dirò chi sei, come voti, se fumi e se i tuoi sono divorziati. E già: ogni volta che apprezziamo una pagina su Facebook sveliamo qualcosa di noi. Questo meccanismo più o meno ci è sempre stato chiaro. Meno evidenti sono le conclusioni che si possono trarre. Sommando un po' di questi like si possono scoprire tratti precisi della nostra personalità. Persino fare previsioni su come ci comporteremo in futuro. Lo dice uno studio dell'Università di Cambridge (in collaborazione con la Microsoft Research) basato sui profili di 58 mila utenti americani di Facebook, a cui sono stati somministrati anche test e questionari.

Preferenze

Prima scoperta: i mi piace non sono meno attendibili di un test della personalità. Studiandoli, i ricercatori sono riusciti a individuare le preferenze politiche degli intervistati nell'85% dei casi. Nel 95% dei casi hanno capito se si trovavano di fronte a un bianco o a un afroamericano (senza guardare la foto, ndr). E 88 volte su 100 i like gli hanno detto se l'utente di Facebook era gay o etero. Non solo. Osservando le pagine che piacevano ai 58.000 intervistati, i ricercatori hanno individuato l'esistenza di gruppi di like predittivi, in grado cioè di essere associati a comportamenti apparentemente distanti. E se un solomi piace di per sé non dice nulla (o quasi), dieci possono invece raccontare la nostra storia.

16 marzo, 2013

Galaxy S4 e Galaxy S3: a confronto in video i gioielli di Samsung


galaxy-s4-vs-galaxy-s3
Sicuramente ormai è Samsung un brand della telefonia che desta molta attenzione, vuoi per la linea fisica dei prodotti, vuoi per la cura nel software. Eppure il Galaxy S4 appena presentato, parliamo di due giorni fa, ha delle caratteristiche se sono simili al suo predecessore, prima fra tutte il design, me le vedremo in dettaglio tra poco. Adesso gustiamo un breve video realizzato da SalshgearTV in cui vengono confrontati esteticamente i due gioielli Samsung.
Come abbiamo potuto vedere il design è quasi identico, almeno in termini di aspetto: questo è la conferma, secondo l’azienda coreana, dell’inclinazione “Human Oriented” del dispositivo. Spigoli arrotondati e lievi bombature qua e là garantiscono una presa confortevole e morbida.
Confermo che effettivamente è gradevole tenere in mano un terminale Samsung e che sono davvero molto leggeri0: ben fatto, quindi! La sensazione “plasticosa” del policarbonato è inevitabile e, quando questo è liscio e la batteria comincia a scaldare, la fisiologia umana purtroppo prende il sopravvento.
Considerazioni personali sicuramente a parte e prescindendo dall’estetica, questo Galaxy S4 convince per performance, risultando davvero fluido fin dove è stato possibile vedere. Sicuramente c’è ancora bisogno di altra carne da mettere al fuoco; l’astro di Samsung brilla forte e ormai da tempo, ma è anche vero che il 2013 è un anno che si sta aprendo all’insegna di due caratteristiche molto interessanti: Full-HD per i display e processi produttivi per CPU a bassi consumi. L’anno è appena iniziato ed il meglio dovrà ancora venire.

Il colore della lingua


La capacità di distinguere i colori dipende dalla lingua che parliamo. A dimostrarlo è uno studio americano condotto dai ricercatori del Massachusetts Institute of Technology che ha preso come "cavie" alcuni soggetti di lingua madre inglese e russa. A differenza dell'inglese, infatti, il russo ha due parole distinte per indicare due sfumature di blu: "goluboy" per il blu chiaro e "siniy" per il blu scuro. Posti di fronte a tre quadrati blu, due di una tonalità e uno dell'altra, i soggetti dovevano individuarli nel minor tempo possibile. I russi, abituati a questa distinzione all'interno della loro lingua, si sono
dimostrati più veloci. La capacità però scompariva se durante l'esperimento i ricercatori li
distraevano facendo loro ripetere una serie di numeri: ciò dimostrerebbe che è proprio la lingua a imporre questa capacità percettiva. «A differenza degli inglesi - afferma Jonathan Winawer, autore dello studio  - i russi non possano fare a meno di distinguere le due sfumature. Per loro è necessario per parlare correttamente il loro idioma». 

Matematici ancora prima di andare a scuola


I bambini sanno risolvere problemi numerici ancora prima che venga loro insegnato a far di conto. Una bella sorpresa per chi, sui banchi di scuola, ha sempre litigato con dilemmi aritmetici "impossibili". Già da tempo si sapeva che i più piccini hanno un innato senso delle quantità: sanno infatti confrontare, senza troppe difficoltà, la lunghezza di serie di suoni o puntini. Ma la vera scoperta è che i bambini in età prescolare sanno anche elaborare addizioni e sottrazioni approssimative utilizzando i numeri arabi e che sono perciò capaci di usare un sistema di calcolo simbolico, pur senza averne ancora appreso i meccanismi. I ricercatori delle Università di Nottingham (Gran Bretagna) e Harward (Stati Uniti) hanno sottoposto a bambini di 5 anni, di diversa estrazione socioculturale, alcuni problemi con semplici sottrazioni e somme di numeri da 5 a 98, e il 65% dei bimbi, benché privo di una specifica formazione aritmetica, ha risolto i quesiti con una buona approssimazione. I piccoli hanno affrontato l'esperimento con grande vivacità, vivendolo come un gioco. E gli studiosi consigliano d'insistere su questo dono di natura fin dalla tenera età.

Bugie alla moviola


Come capire se qualcuno mente? Secondo uno psicologo americano è facilissimo: basta chiedergli di raccontare la sua storia dalla fine all'inizio.

Bugie alla moviola
Come capire se qualcuno mente? Secondo uno psicologo americano è facilissimo: basta chiedergli di raccontare la sua storia dalla fine all'inizio.
Fare le domande giuste non è sufficiente: farle a caso (ma in modo scientifico) mette in crisi anche la bugia migliore.

Se vuoi che un bugiardo ti confessi la verità, fagli raccontare la sua versione dei fatti... a ritroso, partendo cioè dalla fine. In questo modo non potrà che tradirsi: parola dello psicologo Albert Vrij, docente all'Università di Portsmouth e uno dei massimi esperti al mondo di "psicologia della testimonianza". La sua teoria è che chi le spara grosse investe parecchie energie per mostrarsi coerente, e per evitare contraddizioni si aggrappa alla narrazione cronologica. Se questa viene ostacolata o impedita, il castello di bugie non regge.

Una volta andavano per le spicce, con gli interrogatori...
Lo stress come alleato 

La spiegazione è semplice. Tutti conosciamo persone particolarmente brave nell'arte dell'inganno, eppure nascondere la verità non è per niente facile. Piccole o grandi che siano, le bugie richiedono sempre uno "sforzo cognitivo", e chiedere a sorpresa un racconto dei fatti che non segua l'ordine prestabilito può produrre parecchio stress. Risultato: aumentano le incongruenze e i nodi vengono al pettine.

I numeri della verità 
Per dimostrare la validità della sua teoria, Vrij ha chiesto a 290 poliziotti di esaminare gli interrogatori in video di 255 studenti, ad alcuni dei quali era stato chiesto di mentire su fatti più o meno importanti. Nella prima fase dell'indagine, condotta in assenza di audio, gli agenti si sono affidati solo alla loro capacità di interpretare il linguaggio del corpo e ai criteri di valutazione comportamentale che usano nella loro professione, come la scarsa collaborazione e il nervosismo. Poi gli investigatori hanno rivisto gli interrogatori completi di audio e, successivamente, anche una ulteriore versione condotta con il metodo dell'intervista al contrario. Sentire la voce dei sospetti ha fatto sì che gli investigatori riconoscessero le bugie nel 42% dei casi (un buon terzo in più rispetto alla percentuale di colpevoli riconosciuti grazie alla sola osservazione comportamentale). Ma i risultati migliori sono arrivati grazie alla nuova tecnica di interrogatorio: i bugiardi sono stati smascherati nel 60% dei casi. 

Spaventoso tsunami nel Mediterraneo. E se succedesse oggi?


Un gruppo di scienziati italiani, coordinato da Alina Poloniadell’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Ismar-Cnr), ha identificato, al largo delle coste siciliane, letracce di un terribile tsunami, che circa 1600 anni fa colpì ilMediterraneo. La ricerca, pubblicata sulla rivista Scientific Reports del gruppo Nature, riguarda un’area abissale di sedimenti marini che raggiunge i 25 metri di spessore, alla cui base si trovano depositi grossolani, trascinati a quelle profondità dalla forza catastrofica delle correnti di densità.
“Il deposito è noto con il nome di ‘Omogenite o megatorbidite Augias’ e occupa larga parte del Mediterraneo orientale”, spiega Alina Polonia. “Per comprendere la sua origine erano state fatte varie ipotesi; tra queste, la più accreditata era l’esplosione del vulcano Thera (Santorini), avvenuta nel 1627-1600 a.C., che distrusse la civiltà minoica. Secondo gli studi del nostro team la causa di quest’enorme deposito sedimentario fu invece uno tsunami generato dal terribile terremoto che colpì Creta nel 365 d.C., con una magnitudo valutata tra 8 e 8.5 gradi della scala Richter”.
Indispensabile prepararsi
Gran Parte dello Mediterraneo risentì del terremoto di Creta

I ricercatori sono giunti alle loro conclusioni analizzando una grande mole di dati geofisici e geologici, “che includono immagini acustiche ad altissima risoluzione del deposito sedimentario e carote di sedimento estratte dal fondale marino a quasi 4.000 m di profondità”, spiega la ricercatrice. A consentire questa scoperta è stata proprio la grande accuratezza con cui si è determinata l’età dei depositi e la loro provenienza da diverse zone del Mediterraneo. “L’effetto di un terremoto e dell’onda di tsunami può essere infatti la mobilizzazione di una quantità enorme di sedimenti, che da tutte le zone costiere vanno a depositarsi nella parte più profonda del bacino”.
A confortare le conclusioni scientifiche anche la testimonianza dello storico latino Ammiano Marcellino (330-397 d.C.) secondo cui ad Alessandria d’Egitto, a oltre 700 km di distanza dall’epicentro, in occasione del terremoto onde altissime penetrano nell’entroterra, provocando una grande devastazione migliaia di vittime. Un aspetto interessante è la scoperta da parte dei ricercatori di altri eventi di proporzioni simili, a profondità ed età maggiori. Questo suggerisce che l’evento del 365 d.C. non sia stato unico nella storia del nostro mare. “Il tempo di ricorrenza dedotto dalle analisi radiometriche è comunque molto alto, dell’ordine di 15.000 anni”, rassicura Alina Polonia.

Tutte le novità del Samsung Galaxy S4


Il Samsung Galaxy S4 non presenta grandi novità dal punto di vista hardware e design, ma il colosso coreano punta tutto sulle innovazioni software per trasformarlo nel tuo "compagno di vita" ideale.


Il Samsung Galaxy S4 che comandi con lo sguardo grazie allo scrolling intelligente © Samsung
Il Samsung Galaxy S4 che comandi con lo sguardo grazie allo scrolling intelligente © Samsung

Il Samsung Galaxy S4 è stato presentato ieri sera in pompa magna dal palco del Radio City di New York. E, dopo tutti rumors che circolavano da mesi sul successore del campione di incassi Galaxy S3, la curiosità per le novità che il colosso coreano avrebbe tirato fuori dal suo cilindro magico era palpabile. Quale caratteristica, funzione o dettaglio di design avrebbe fatto gridare al sorpasso dell’iPhone 5?

Hardware contro software

Ebbene, Samsung ha colto tutti di sorpresa perché ha puntato tutto sul software senza, però, tralasciare l’hardware che è comunque il massimo attualmente disponibile su uno smartphone di fascia alta: processore Qualcomm Snapdragon Quad-Core a 1.9 GHz o Exynos  Octa-Core a  1.6 GHz(a seconda del mercato), 2GB di RAM, memoria interna espandibile fino a 64GB (tramite scheda microSD), versione 3G e 4G/LTE e il pacchetto connettività al completo (WiFi + Bluetooth 4.0 e IR LED per trasformarlo in un telecomando).
Lo schermo da 5 pollici Full HD Super AMOLED con risoluzione 1.920x1.080 straripa letteralmente di pixel con una densità pari a 441 ppi (punti per pollice). Il retina display dell’iPhone 5, per farti un esempio, offre una risoluzione di 1.136x640 pixel a 326 ppi. Senza dimenticare che è anche protetto dal Corning Gorilla Glass di terza generazione, quindi ancora più resistente agli urti e ai graffi. La batteria è da 2.600 mAh. Samsung non ha ancora fornito dettagli sulla durata che ha definito solo "lunga". Speriamo che, alla prova dei fatti, si riveli all'altezza della situazione.
Funzioni foto e video per cogliere l'attimo da vero protagonista © Samsung
Funzioni foto e video per cogliere l'attimo da vero protagonista © Samsung

Fotocamera d’autore

Le novità hardware non finiscono qui. È vero che il design del Galaxy S4 non è cambiato molto rispetto al predecessore, ma il nuovo fuoriserie coreano risulta leggermente più sottile (7,9 mm) e più leggero (130 g) del Galaxy S3.New entry di rilievo è, invece, ladoppia fotocamera - posteriore da 13 Mpixel e frontale da 2 Mpixel - che porta in dote una serie di innovazioni da far rabbrividire un modello professionale.
È possibile, innanzitutto, realizzare foto e video contemporaneamente su entrambe le fotocamere e poi, grazie alla funzione Dual Shot, integrare le due istantanee per unire l'immagine di chi scatta all’ambientazione o al soggetto fotografato. Dual Video, invece, permette di mostrare quello che visualizza la fotocamera alla persona con cui stiamo video chattando.
Il Galaxy S4 offre, inoltre, ben 12 modalità di scatto, tra cui Drama Shot - per riprodurre azioni in movimento in un’unica foto panoramica - Sound & Shot - per registrare un suono o una voce al momento dello scatto - e lo Story Album per raccogliere i momenti più significativi in un unico album fotografico corredato da news, appunti, informazioni sulla posizione e le previsioni meteo.

Ti capisce dallo sguardo

Le novità a livello software del nuovo Samsung Galaxy S4 sono tantissime, ma forse quella che ha sorpreso più di altre è la possibilità di usare lo smartphone anche senza toccarlo. Come? Grazie alla funzioneSmart Pause che permette di controllare lo schermo tramite lo sguardo. Ecco un tipico esempio: il display va automaticamente in stand-by, quando guardi un video, nel momento in cui allontani gli occhi dallo schermo per poi riattivarsi quando torni a fissarlo. Stessa tecnologia adottata dallo Smart Scroll per scorrere la pagina del browser o le e-mail senza bisogno di toccare lo schermo.
Anche i tradizionali tocchi diventano gesti. Grazie a Air View è sufficiente avvicinare il dito al display per visualizzare in anteprima messaggi, immagini, video e appuntamenti, mentre Air Gesture consente invece di cambiare brano musicale, scorrere una pagina Web o accettare una chiamata con un semplice gesto della mano.

E ancora tante e tante funzioni interessanti...

Quanto costa il Galaxy S4?
Samsung non ha ancora fornito né prezzi né date ufficiali. Il prezzo, secondo le ipotesi che circolano in rete in queste ore, dovrebbe aggirarsi tra i 500 e i 600 euro, a seconda del modello.
Quando sarà disponibile? Sembra alla fine di aprile, con la possibilità di preordinarlo dal 28 marzo prossimo. Sono però tutte informazioni ufficiose in attesa di conferma.
Siri, l’assistente vocale di Apple, arrivato sull’onda di iOS 6.0, è sicuramente una delle novità più interessanti dello scorso anno, almeno per noi Italiani. Ma anche il Samsung Galaxy S4 non scherza affatto su questo versante avendo sensibilmente migliorato le funzioni di riconoscimento vocale già introdotte nel modello precedente. 
S Voice Drive offre, per esempio, potenti funzioni per gestire lo smartphone solo con la voce quando si guida, mentre il lettore ottico riconosce testi, biglietti da visita e QR code e risponde con funzioni utili come la traduzione immediata del testo, chiamate vocali dirette, messaggi di testo, link diretti a siti web e modalità di ricerca. Non c'è due senza tre e, infatti, non manca la funzione S Translator che traduce simultaneamente testi o messaggi vocali. Insomma, se sei all’estero e non conosci la lingua, puoi far parlare direttamente lo smartphone.

E come, se ancora non bastasse, il Samsung Galaxy S4 contribuisce anche a tenerti in forma. La funzione S Health, infatti, tramite una serie di sensori, tiene costantemente sotto controllo il tuo stato di salute: registra la tua attività fisica, la frequenza cardiaca, le ore di sonno e anche, quello che mangi… se tieni aggiornato il registro alimentare. Lo smartphone poi si trasforma in un vero personal trainer tramite accessori ad hoc da acquistare a parte, come S Band.

Sotto il cofano del nuovo Samsung Galaxy S4, infine, batte il cuore diAndroid 4.2.2 Jelly Bean, ossia l’ultima versione del sistema operativo Google, personalizzato dall’interfaccia grafica TouchWiz sviluppata dall’azienda coreana. In attesa di Android Key Lime che dovrebbe arrivare, stando ai rumors, tra maggio e giugno di quest’anno.

FOTO DEL GIORNO

aspettando la PRIMAVERA

14 marzo, 2013

Le applicazioni delle Smart TV sono poco usate


uno dei post più interessanti .

Le applicazioni integrate interessano poco.


Se anche tu possiedi una Smart Tv, ma la usi come se fosse una normale televisione, allora sappi che non sei il solo: la maggior parte delle persone ignora l’uso delle applicazioni che le rendono così “intelligenti”.

"Il 10% usa le Smart TV solo per navigare sul web"
Utenti poco furbi? -
 La novità data dai modelli più recenti di schermi televisivi è proprio il loro aspetto “Smart”. Grandi colossi come Sony, Samsung e Panasonic hanno reso le Tv in grado di far funzionare applicazioni proprio avviene su smartphone e tablet. Peccato che la maggior parte degli utenti non le utilizzi affatto. Questo è quanto risulta dalle indagini di NPD, società di ricerca americana.

Forse sono volubili? - Lo studio di NPD ha preso in esame i circa 25 milioni di dispositivi attivi negli Stati Uniti. Il risultato più evidente è che la maggior parte dei possessori di Smart TV pretende di tutto al momento dell’acquisto, ma poi non usa le applicazioni integrate. Le persone non hanno voglia né di bazzicare su Facebook o Twitter, né su YouTube o LinkedIn, o altri servizi web così tanto in voga. Il 60% degli utenti, infatti, usa applicazioni come NetFlix, Hulu Plus per lo streaming video, mentre il 15% utilizza Pandora per ascoltare la musica.

O sono già andati oltre? - Lo scarso utilizzo delle applicazioni presenti nelle Smart Tv è sicuramente dovuto ai dispositivi antagonisti già sul mercato, fra cui la Apple Tv. Anche il “content throwing” è un ottimo motivo: inviare i contenuti da tablet o smartphone, per guardarli poi direttamente sulla tv, rende le applicazioni molto meno interessanti. Questo è quanto accade in America: figuriamoci qui da noi, dove le Smart Tv stanno arrivano con tutta calma nei nostri salotti. (sp)

Le 10 tecnologie che cambieranno il mondo

L'acqua è la nuova frontiera degli schermi 3D e multi-touch


Displair è una delle tecnologie per display più interessanti presentate al recente CES di Las Vegas: acqua, luce e aria per visualizzare e interagire con le immagini. Guarda il video!


Innovativo schermo che sfrutta la nebulizzazione dell'acqua per visualizzare e interagire con le immagini © Displair
Innovativo schermo che sfrutta la nebulizzazione dell'acqua per visualizzare e interagire con le immagini © Displair

Displair è uno schermo innovativo che sfrutta un umidificatore per trasformare l’acqua in un pannello di nebbia fredda in grado di proiettare immagini in tre dimensioni. E che, grazie a una serie di sensori a infrarosso, permette anche di toccarle e di interagire con loro tramite gesti simili a quelli usati per comandare a distanza la console Xbox tramite Kinect.
Non aspettatevi la stessa qualità visiva di un modello LCD (cristalli liquidi) o al plasma attualmente in commercio, né la stessa velocità di reazione del controller di Microsoft, ma l’idea è affascinante per la sua indubbia originalità.

Vi ricordate gli schermi di Minority Report?

Displair, frutto dell’ingegnosità di una start-up russa, è ancora in una fase embrionale, ma la proiezione del popolare gioco Fruit Ninja alla fiera di Las Vegas - quello in cui tagli la frutta con le dita - ha fatto toccare “con mano” le potenzialità del progetto. È una tecnologia che usa gli stessi elementi - acqua, luce e aria - alla base degli arcobaleni in cielo, delle aurore boreali e australi, e dei miraggi nel deserto. Ed è anche il progetto che più assomiglia agli schermi fantascientifici del film Minority Report (2002) con Tom Cruise come dimostra il video qui sotto.

Futuro tutt’altro che nebuloso

La tecnologia sviluppata da Displair non è ancora in commercio, ma Maxim Kamanin - fondatore e CEO di Displair - ritiene, però, che la sua creatura “acquatica” abbia grandi potenzialità nel settore della pubblicità e dell'intrattenimento. Ma anche in ambito medico: Russian Alma Group, per esempio, userà display di questo tipo nei trattamenti psicoterapeutici.
L’azienda è quindi alla ricerca di investitori per avviare la produzione su larga scala. I vari modelli di Displair - con schermi che vanno dai 40 a un massimo di 140 pollici - potrebbero costare dai 4.000 ai 30.000 dollari. Insomma, non una tecnologia alla portata di tutte le tasche, ma una novità in grado di stupire chi avrà la possibilità di usarla.

Guarda il video dimostrativo di Displair