31 luglio, 2012

Torcicollo, i rimedi veloci per stare meglio in poco tempo



eco un altro rimedio.



Il torcicollo è un disturbo che prevede, generalmente, dolori alla zona del collo in seguito a specifici movimenti sbagliati o abitudini errate ed in effetti può essere molto fastidioso. A volte nemmeno un medico può illuminarvi sull’origine del torcicollo, mentre ciò che si conosce con certezza sono i movimenti da fare se vi trovate improvvisamente bloccati e le precauzioni da prendere se sapete di essere soggetti a questo fastidioso disturbo.
Ecco una serie di rimedi veloci contro il torcicollo per stare meglio in poco tempo, che vanno da tecniche un po’ più scientifiche, ai classici rimedi della nonna. Un esempio è quello dell’asciugamano: arrotolate un asciugamano asciutto e utilizzatelo per tenere la testa ferma mentre siete seduti. Anche le pezze calde fanno il loro dovere, con o senza sale grosso, riscaldato e arrotolato al loro interno.
Passando a qualcosa di leggermente più tecnico, possiamo massaggiare sulla zona più volte al giorno una crema molto concentrata a base di artiglio del diavolo, che ha un effetto riscaldante, accompagnata, magari da qualche applicazione di arnica. Ricordiamo, invece, che l’utilizzo di antiinfiammatori può dare sì un rapido sollievo al problema, ma non possono essere utilizzati per più di 2-3 volte di seguito, a discapito della salute del vostro stomaco

Giramenti di testa: quali sono le cause e cosa fare



nel mio blog oltre a dirvi curiosità di tutti i tipi vi do delle informazioni sul vostro corpo e come contrastare i problemi . oggi parlerò del mal di testa e vi dirò le cause e come combatterle facilmente.



giramenti di testa sono un sintomo comune a diversi disturbi e malattie, spesso accompagnati da stato confusionale, sensazione di stordimento, nausea, stanchezza. Può trattarsi di un malessere momentaneo dovuto a debolezza, mancanza di riposo, stress o del segnale spia di patologie e sindromi più gravi come l’ipertensione. I giramenti di testa sono comuni:
  • quando ci si alza all’improvviso, di scatto, dopo aver trascorso molto tempo in posizione supina;
  • quando siamo molto stanchi e debilitati, ad esempio durante la convalescenza dopo una lunga malattia o mentre stiamo affrontando l’influenza;
  • quando siamo scossi emotivamente, chi ha paura alla vista del sangue, ad esempio, può provare un senso di vertigine davanti ad una ferita da taglio.
Altre cause dei giramenti di testa, più preoccupanti sono:
  • pressione troppo alta o troppo bassa;
  • aritmia;
  • infarto;
  • cardiopatie;
  • tumori;
  • demenzia;
  • ipossia (carenza di ossigeno);
  • disturbi cervicali;
  • ipoglicemia;
  • disidratazione;
  • anemia.
In caso di giramenti di testa, bisogna intervenire risolvendo la causa scatenante. Interrogatevi, aiutandovi con la lista delle cause sopra, su cosa potrebbe avervi causato il giramento di testa. Se è la stanchezza il problema, basterà riposare a sufficienza per non accusare nuovamente i capogiri. Bisogna contattare il medico quando il giramento di testa è all’apparenza inspiegabile ed è accompagnato da perdita di coscienza, incapacità di mantenersi in piedi, disturbi del linguaggio e difficoltà di movimento che colpisce un solo lato del corpo. Se il giramento di testa sopraggiunge a seguito dell’assunzione di un nuovo farmaco, contattate immediatamente il medico. Anche nel caso di giramenti di testa che coinvolgono soggetti cardiopatici bisogna immediatamente allertare il medico.
Per prevenire i giramenti di testa è bene non rimanere digiuni troppo a lungo, bere a sufficienza per mantenere l’organismo ben idratato e riposare almeno otto ore a notte. Quando ci si alza dopo essere stati seduti a lungo è bene effettuare lentamente i movimenti. I soggetti ansiosi o fobici possono prevenire i giramenti di testa con tecniche di rilassamento e controllando la respirazione. Le abitazioni delle persone che soffrono di giramenti di testa frequenti, in special modo se si tratta di anziani, vanno messe in sicurezza, garantendo appigli sicuri in tutta la casa e pavimenti antiscivolo.

Clima e “scettici”, qualcuno si converte


Ora anche i “climatologi scettici” (certo, non tutti) sostengono che ilriscaldamento del pianeta è da imputare, almeno in parte,all’uomo. Chi si è convertito a questa ipotesi è Richard Mullerche guida il Berkeley Earth Project, che utilizzando indagini estremamente sofisticate, studia l’andamento del clima sulla Terra. “Chiamatemi uno scetticoconvertito”, ha detto Muller mostrando i dati della ricerca fin qui portata avanti. Quel che colpisce in modo particolare è il fatto che la ricerca è partita con fondi diorganizzazioni che non credono al riscaldamento climatico indotto dall’uomo. In particolare sono arrivati forti finanziamenti dai fratelli Koch, miliardari americani che hanno donato larghe somme ad organizzazioni che non credono al riscaldamento globale. La ricerca tuttavia, è giunta alla conclusione (non del tutto dissimile di altre) che negliultimi 250 anni la temperatura terrestre è aumentata di 1,5°C, di cui ben 0,9°C negli ultimi 50 anni. Il gruppo di ricerca sostiene che vi è una chiara relazione tra il trend delle temperature e le emissioni di anidride carbonica prodotte dall’uomo e che “è proprio quest’ultima la causa prima del riscaldamento terrestre in atto”.
Scettico fino a tre anni fa, poi la conversione
Richard Muller, il climatologo scettico "convertito"
Fino a tre anni fa Muller non credeva nel riscaldamento globale, ma ipotizzava una semplice oscillazione delle temperature. L’anno scorso invece Muller si convertì al fatto che le temperature della Terra stanno realmentecrescendo. “Ora –ha sottolineato il ricercatore- ho fatto un passo ulteriore: penso che la causa sia da ricercare nelle attività dell’uomo”. Per la sua ricerca Muller ha voluto accanto a sé il fior fiore dei ricercatori esistenti ai nostri giorni e ha voluto soprattutto dei fisici. Tra questi vi era Saul Perlmutter, un vincitore del Premio Nobel per le ricerche sull’espansione dell’Universo. Che dire: se ancheun grande “scettico” del clima si è convertito come si può ancora sostenere il contrario? Per onore della verità però, va detta una cosa: Judith Curry del Georgia Insistute of Technology che ha collaborato al progetto, si è tolta dallo stesso nel momento di trarre conclusioni. “Sono stata invitata ad essere un co-autore dei risultati, ma ho detto no. Penso che idati in possesso di questo lavoro non dicano che necessariamente la causa del riscaldamento sia da imputare all’uomo. Ma Muller ha ribadito che i dati ottenuti sono molto più certi e consistenti di quello dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), il gruppo delle Nazioni Unite che sostiene più di altri la connessione riscaldamento terrestre-attività umana. La partita non è chiusa, ma il fatto che uno scettico si sia convertito al riscaldamento globale indotto dall’uomo deve far riflettere una volta di più.

Curiosity e i 7 minuti di terrore dell'atterraggio su Marte


Sta per arrivare a Marte la più complessa missione robotizzata di tutti i tempi. Il rover della Nasa Curiosity scenderà sul pianeta rosso il 6 agosto 2012 per verificare se ha mai avuto le condizioni per ospitare la vita. L'atterraggio durerà 7 minuti e sarà il momento più delicato di tutta la missione. Ecco come avverà.


Il 6 agosto 2012 alle 6 e 24 ora italiana la sonda Curiosity (o Mars Science Laboratory, come recita il nome ufficiale) entrerà nell'atmosfera marziana e inizierà la fase più delicata della sua missione. Atterrare su Marte con una procedura molto complessa e mai sperimentata finora. Gli scienziati della Nasa hanno soprannominato questa fase come "i 7 minuti di terrore".

Atterraggio al buio
L'atterraggio con un volo planato e una traiettoria a S sarà registrato dalle telecamere di bordo (e inviato a terra) ma avverrà in automatico senza l'intervento umano:  «Dall'impatto con l'atmosfera di Marte, che è mille volte più rarefatta di quella della Terra, all'atterraggio – racconta Adam Seltzner del Jet Propulsion Lab – ci vogliono solo sette minuti. Ma siccome ce ne vogliono 14, perché i segnali radio arrivino fino a noi, quando sapremo che Curiosity ha toccato l'atmosfera, in realtà lui sarà già arrivato sul suolo di Marte. Per sette minuti però, non sapremo se sarà vivo o morto».

Come avverrà

Il rover affronterà la rarefatta atmosfera marziana racchiuso dentro un guscio e in quattro minuti la velocità passerà da 5,7 a 0,4 chilometri al secondo. A quel punto, entrerà in funzione il paracadute (il più grande paracadute supersonico e il più resistente mai costruito. Deve poter sopportare 30.000 chilogrammi di forza anche se in sé pesa solo circa 45 chili), rallentando ancora la sonda da 10 chilometri d'altezza fino a 3,7: dopodiché, guscio e paracadute si staccano. L'ultima fase di frenata tocca ai quattro razzi laterali. Fino all'ultimo capolavoro mai tentato prima: il sistema-motore si stacca, lasciando appeso Curiosity a una specie di cordone ombelicale che lo appoggia per terra. Due secondi dopo, il rover conferma l'atterraggio e scoppiano le ultime cariche esplosive per far volare via la struttura superiore e il cordone.

Perché tutto questo?
Il sistema di atterraggio - chiamato Sky Crane e mai tentato finora - si è reso necessario perché il rover Curiosity è molto più grande dei precedenti: Opportunity e Spirit pesavano 185 chili. Curiosity ne pesa 900, è grande come un'automobile e porta con se il più grande carico di strumenti scientifici mai spedito nello spazio. Il sistema con paracadute e air bag utilizzato finora non sarebbe stato efficace e avrebbe mandato in fumo i  2 miliardi e mezzo di dollari (1,6 miliardi di euro) spesi per realizzare il rover e la sua missione per verificare se Marte ha mai avuto le condizioni per ospitare la vita.

FOTO DEL GIORNO



BUONGIORNO !! A TUTTI DA SCIENCE BLOG INIZIAMO SUBITO !!!


30 luglio, 2012

BUONANOTTE A DOMANI !!!!!!!!!!!! CIAOOOO


Dove sono finiti i tornado?


Fino ad oggi, nel mese di luglio (2012), sugli Stati Uniti, ci sono stati solo 15 tornado, contro una media di 134!, un record numerico in negativo da quando si iniziò a contare il numero di tale fenomeno atmosferico a partire dai primi anni Cinquanta. Se si rimarràsu questa strada si frantumerà il vecchio record di soli 42 tornado che si ebbero nel luglio 1960.
Ma come è possibile? Non erano, anche questi fenomeni, inaumento a causa dell’effetto serra in crescita? Come si spiega tutto ciò? La risposta c’è ed è chiara: “La parola chiave è siccità“, ha spiegato Bob Henson, un meteorologo del National Center for Atmospheric Research in Boulder, Colorado. Minori quantità di pioggia significano meno possibilità di tornado, che si formano solo quando ci sono temporali. “Se non ci sono temporali, non è possibile che si formi un tornado”, ha detto Henson. La siccità ha colpito gran parte del Paese americano, con quasi due terzi dei 48 Stati che ha raggiunto gradi che vanno dal moderato all’eccezionale. Il motivo della siccità – e quindi la mancanza di tornado – è la presenza di una alta pressione che forma una “cupola di calore” su gran parte del Paese.
Non tutto l’anno è stato pigro di tornado
L’anno 2012 era iniziato in modo diverso, con un’attività di tornado insolitamente alta. Nel mese dimarzo, per esempio, ci sono stati151 tornado, un numero ben sopra la media, che causò danni per milioni di dollari. Ma dal momento che la siccità si è intensificata in tarda primavera e in estate, anche i tornado si sono “prosciugati”. Da tanti anni a questa parte, una grande percentuale di tornado si verificano nell’ambito di una manciata di giorni, quando le condizioni sono favorevoli alla formazione dei vortici (come forti venti in quota e aria instabile in prossimità del suolo). Quest’anno non è stato diverso: un terzo dei tornado dell’anno si sono verificati in solitre giorni: 29 febbraio, 2 marzo e 14 aprile, quando ci sono stati 153 tornado. Gli anni che hanno segnato il maggior numero di tornado in luglio sono stati il 2002, il 2006 e 2007. Sia il 2002 che il 2006 hanno avuto il mese di luglio più caldo dal secolo scorso, così come si preannuncia essere il luglio del 2012. Anche se mancano alcuni giorni alla fine del mese e non è detto che non si possano avere tornado, ma sarà difficile comunque, arrivare a superare il record in negativo nel numero dei tornado.

A cosa serve la noia?


Ritagliatevi un'ora al giorno per... non fare niente - © Nicole Hill/Rubberball/Corbis
Ritagliatevi un'ora al giorno per... non fare niente - © Nicole Hill/Rubberball/Corbis

La noia serve a liberare la mente, stimolando attenzione e creatività. Superato il disagio iniziale, i momenti di noia ci spingono a prendere in considerazione tutto ciò che abbiamo a portata di mano, per poi scegliere a cosa dedicarci. Come spiega Peter Toohey nel suo libro Boredom: A Lively History, nei periodi in cui crediamo di essere annoiati il nostro cervello rielabora i pensieri inconsci per poi portarli all’attenzione della coscienza. E il frutto di queste intuizioni è spesso qualcosa di assolutamente originale. Solitudine. Il “diritto alla noia” è un problema sociale, economico, filosofico. Spesso i momenti di ozio si presentano quando siamo da soli: apprezzarli significa gestire anche la solitudine. Abilità che tutti stiamo perdendo e che non coltiviamo nei bambini e nei ragazzi, avvezzi come sono a riempire tutti i vuoti con tv o computer. Che fare? Ognuno di noi dovrebbe ricavarsi un’ora al giorno per non fare nulla e rigenerare la mente. Ci si arriva gradualmente, cominciando con pochi minuti. Fino a imparare a guardare meno l’orologio e rifiutarsi di rispondere in tempo reale agli stimoli esterni. E in Rete compaiono i primi blog, come quello dell’inglese James Ward, dedicati ai passatempi noiosi.

non ho fatto post per un problema con il blog , ma ora posso ricominciare !


26 luglio, 2012

avviso : tutti quelli che mi seguono mi inviano un commento su cosa ne pensate del mio blog e se volete ditemi se cè qualcosa che non metto ( qualcosa di sbagliato ) inviate !!!!!!!!

 un commento !!!

Il profumo prima della tempesta: ecco perché sentiamo l'odore della pioggia


26    
lug 2012

Il mix di aromi che percepiamo all'olfatto prima di un temporale è dovuto a cause scientifiche ben precise: ecco quali sono e quali effetti hanno sul mondo animale.


All'arrivo del prossimo temporale estivo saprete distinguere alla prima folata di vento le varie componenti del profumo della pioggia. Photo credit: © Robert Postma/First Light/Corbis
All'arrivo del prossimo temporale estivo saprete distinguere alla prima folata di vento le varie componenti del profumo della pioggia. Photo credit: © Robert Postma/First Light/Corbis

Se siete tra quelli che prima di un acquazzone, percepiscono distintamente un odore di acqua imminente, niente paura: non soffrite di traveggole olfattive. Avvertire un profumo particolare quando il meteo ritorna a farsi umido, soprattutto dopo un periodo di siccità, è perfettamente normale e spiegabile dal punto di vista scientifico. Ecco quali sono le cause naturali di questo fenomeno olfattivo.

Quell'aroma di... ozono

Quando le prime gocce d'acqua iniziano a cadere, potreste avvertire un odore dolciastro e pungente: gli esperti lo riconducono all'ozono emanato dai campi fertilizzati, dagli agenti inquinanti e da fonti naturali. La ragione per cui, all'inizio di un temporale, questo profumo pervade l'aria è da ricercare nella chimica. Scariche elettriche - come quelle dei lampi - dividono le molecole di azoto e ossigeno presenti in atmosfera in singoli atomi. Alcuni di questi si ricombinano con il monossido d'azoto, che a sua volta reagisce con altre componenti atmosferiche formando molecole costituite da tre atomi di ossigeno: l'ozono, appunto (O₃). Le correnti d'aria discensionali che si scatenano prima di un temporale portano le molecole di ozono dalle altitudini più alte al livello del nostro naso (del resto ozono deriva dal greco òzein, "mandare odore").

Fragranza al petricor

Ma il potpourri di profumi (o puzze, a seconda dei casi) non finisce qui. La pioggia, cadendo, si deposita sulle superfici asciutte e "disturba" le molecole odorifere lì presenti. Se siete fortunati e vi trovate in mezzo alla natura, le molecole in questione proverranno da piante e foglie, e le vostre papille olfattive annuseranno profumo di vegetazione (o odore di letame, nei casi meno felici). Chi si trovasse in città, snifferà particelle di asfalto o cemento, un po' meno piacevoli e salutari. Questo odore ha un nome scientifico preciso: si chiama petricor, termine coniato da due ricercatori australiani nel 1964 per descrivere la fragranza delle piante che si deposita nei terreni argillosi e viene rimessa in circolo nell'aria dalle precipitazioni.

Terra bagnata

Un grande classico, e forse lo strascico più piacevole che ogni temporale lascia dopo di sé. Questo odore misto di terra, muffa, muschio e umidità è attribuibile alla geosmina, un composto organico responsabile, per esempio, del gusto terroso delle barbabietole. È prodotta da diverse classi di microbi, e captata molto facilmente dai nasi umani, sensibili al suo aroma. Se contamina acque di superficie potabili, conferisce loro un sapore terroso poco gradevole.

Sveglia o navigatore satellitare

Questo mix di aromi ha una qualche utilità? Nel mondo animale, sì. Secondo alcuni microbiologi il petricor, disciolto in acqua, agisce come segnale di "via libera", comunicando ai pesci d'acqua dolce che è arrivato il momento giusto per deporre le uova. Per i cammelli, invece, la geosmina agirebbe come traccia olfattiva per aiutare gli animali assetati a raggiungere le oasi nel deserto più vicine: è la teoria di Keith Chater, microbiologo del John Innes Center in Inghilterra.

Un richiamo primordiale

E per l'uomo? Secondo gli esperti, l'odore della pioggia non scatena in noi risposte biologiche immediate, anche se abbiamo imparato ad associarlo ad alcune esperienze (come il tanto atteso refrigerio dall'afa estiva). Diana Young, antropologa dell'Università del Queensland, Australia, ha studiato il comportamento associato alla pioggia degli aborigeni del deserto occidentale australiano, dove le prime piogge costituiscono un evento importante che trasforma il deserto arido e rosso in una pianura verde e lussureggiante. Secondo la Young, presso queste popolazioni l'odore della pioggia è associato al colore verde del risveglio della natura: una connessione nota come "sinestesia culturale". Quando piove, è tradizione presso questi popoli strofinarsi il corpo con olii vegetali e grassi animali, un odore che si crede abbia proprietà protettive, e che simboleggia la connessione tra uomo e paesaggio.

Afa e sprechi di cibo: 10 consigli per non far marcire frutta e verdura


Secondo le stime di Coldiretti un frutto su quattro finisce nel bidone prima di arrivare sulla tavola. Un decalogo per prolungare la vita degli ortaggi in frigorifero.


La fine di una banana dopo due settimane dall'acquisto: per evitare inutili sprechi, è bene fare la spesa in quantità più ridotte, più spesso. Photo credit: © Stefan Sollfors/Science Faction/Corbis
La fine di una banana dopo due settimane dall'acquisto: per evitare inutili sprechi, è bene fare la spesa in quantità più ridotte, più spesso. Photo credit: © Stefan Sollfors/Science Faction/Corbis

"Per combattere il caldo mangiate frutta e verdura ricche di acqua e sali minerali": quante volte avete già sentito questa frase nell'ultimo mese, Consiglio ragionevole, se non fosse che in estate riuscire a conservare gli ortaggi in frigorifero senza lasciarli andare a male sembra un'impresa.
Secondo  Coldiretti, un frutto su quattro finisce in spazzatura prima di approdare sul nostro piatto, a causa dell'afa di questi giorni. Un vero peccato considerati i tempi di crisi e il costo di questi alimenti, lievitato per il caro carburante.

Decalogo salva ortaggi (e salva tasche)

Per limitare gli sprechi e non far marcire frutta e verdura l'organizzazione di imprenditori agricoli ha elaborato un vademecum in 10 punti che vi riproponiamo, arricchito di qualche consiglio.
Lo spreco in cifre
In Italia lo spreco di cibo pro-capite è di 108 kg di alimenti finiti in spazzatura ogni anno, responsabili di una perdita in denaro di 454 euro per ciascuna famiglia. Secondo la Fao, oltre il 30% del cibo destinato a consumo alimentare nel mondo viene sprecato: 222 milioni di tonnellate di alimenti che potrebbero sfamare 3 miliardi di persone.
1- Effettuate acquisti ridotti e limitati nel tempo. La spesa una volta alla settimana sarà anche comoda, ma dopo alcuni giorni potrete scordarvi prodotti ancora perfettamente freschi. Cercate di pianificare le pietanze che servirete a tavola e acquistatele di volta in volta.

2- La scelta è fondamentale: prediligete frutta e verdura dall'aspetto turgido, non appassita e con il giusto grado di maturazione. Se non pensate di consumarla immediatamente, evitate di infilare nel carrello quella troppo "avanti".

3- Acquistate prodotti locali. Preferire merce a chilometro zero giova all'ambiente ma anche al vostro frigo. I prodotti dei mercati locali o degli agricoltori della vostra regione, dovendo subire trasporti più brevi, arriveranno probabilmente più freschi nelle vostre case.

4- Scegliete frutta e verdura di stagione, avranno tempi di maturazione naturali.

5- I frutti interi, come anguria e melone, si conservano più a lungo

6- Se avete varie commissioni da fare, acquistate frutta e verdura per ultime, appena prima di tornare a casa: il tempi di attesa verso il frigorifero saranno più brevi.

7- Se andate a far la spesa in auto, evitate di mettere la sporta nel bagagliaio, notoriamente incandescente. Lasciatela piuttosto sul sedile posteriore e accendete l'aria condizionata. Per una spesa più ecologica, potreste scegliere la bici, portando con voi una piccola borsa frigo per tenere in fresco gli alimenti.

8- Una volta a casa, mantenete separate le varie tipologie di frutta e verdura acquistate: un frutto marcio contaminerà velocemente anche quelli vicini. Togliete gli ortaggi dalle buste di plastica e inseriteli nei sacchetti di carta, che eviteranno l'effetto condensa mantenendo gli alimenti al fresco.

9- Separate la frutta che volete consumare a breve da quella destinata a rimanere in frigo. La prima può essere riposta nel portafrutta, magari coperta da un panno pulito che la tenga al riparo dai raggi solari. Quella di scorta andrà messa in frigo, lontana dalle pareti refrigeranti che la farebbero bagnare e ghiacciare.

10- Le ammaccature favoriscono la marcescenza. Per prevenirle, adagiate la frutta direttamente sul contenitore evitando di impilare un ortaggio sopra all'altro.

E voi? Seguite già normalmente qualcuno di questi piccoli accorgimenti? Conoscete qualche trucco "della nonna" per non far andare a male frutta e verdura? Lasciate un commento!

FOTO DEL GIORNO


da oggi potrò riniziare !!!!!!! wowwwwwww yeah !!

24 luglio, 2012

grazie a tutti 1600 visualizzazioni ! continuiamo !!!

questi post li stò facendo tramite il computer di un altro utente

Sarà un gioco a sciogliere i misteri della vita?


La natura è piena di grovigli, in apparenza inspiegabili, caotici. Ma una regola c'è sempre! E scoprirla, per noi, è più facile che per qualunque computer. Basta giocare a Foldit.


Dai grandi ecosistemi al Dna, la natura è piena di grovigli di grande complessità e che possono apparire inspiegabili finché non se ne trova la regola, che c'è sempre... Basta trovarla! Della Magia dei grovigliparliamo su Focus 238 (figura a sinistra). Qui, invece, vi proponiamo di giocare con i grovigli delle catene proteiche con un software,Foldit. È un gioco vero, per computer, non molto diverso dalle app che si trovano per tutti gli smartphone, che propone una sfida scientifica e allo stesso tempo divertente e che è anche qualcosa di più di un gioco. È infatti grazie a questo software e alle soluzioni trovate da giocatori in tutto il mondo che i ricercatori possono studiare schemi proteici originali. Ecco perché e come funziona.
Scarica <a href="http://fold.it/portal/" target="_blank">Foldit per il tuo computer da Fold.it</a>.
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Tutti scienziati...

Il gioco consiste nel piegare e "aggrovigliare" le catene proteiche che si presentano man mano sullo schermo, in una sorta di puzzle da risolvere, simile a quelle costruzioni di legno che cambiano forma con qualche pressione e rotazione. Lo scopo è di aiutare gli scienziati nella ricerca di una struttura migliore: un compito che i computer non sono in grado di svolgere. I nostri cervelli infatti sono molto più bravi di quelli elettronici in quello che è definito pattern recognition, il riconoscimento di forme particolari che, nel caso delle proteine, potrebbero essere ottimali e molto simili a quelle naturali.

Il programma presenta catene di aminoacidi più o meno lunghe che possono essere piegate e modificate con vari strumenti: uno che scuote la struttura, un altro che piega le catene laterali, un terzo che avvicina o allontana lo scheletro principale. Gli strumenti stessi sono presentati man mano che il gioco procede. Queste modifiche devono avvenire perché una proteina è caratterizzata non solo dalla sequenza di amminoacidi, ma anche e soprattutto da come questi amminoacidi si dispongono in una struttura tridimensionale e aggrovigliata.

Le strutture che ottengono il punteggio più alto (in base a criteri automatici) sono poi esaminate dal gruppo che ha programmato il tutto (il Centro per il gioco nella scienza dell'Università di Washington e il Dipartimento di biochimica della stessa università) per determinare se sono configurazioni naturali e se possono essere applicate a vere proteine.

In questo modo i ricercatori sperano di capire come sono fatte proteine di nuova scoperta e anche nuove strutture proteiche che possano essere utili nelle ricerche mediche e biologiche.

Attorno a Foldit i giocatori si sono aggregati in gruppi che si occupano di vari aspetti del "piegamento proteico", dalla predizione di com'è fatta una proteina basandosi sulla sequenza di aminoacidi alla creazione di nuove proteine per creare materiali innovativi o addirittura al miglioramento di proteine esistenti. Proprio questo aspetto è stato uno dei successi più interessanti di Fold.it: nel gennaio 2012 alcuni giocatori di Fold.it sono riusciti, aggiungendo alcuni aminoacidi, ad aumentare l'efficienza di una proteine usata nella chimica sintetica di 18 volte. Fold.it è uno dei gli esempi più noti di crowdsourcing della ricerca, cioè di diffusione di strumenti per condurre esperimenti a livello elementare, e dare quindi un aiuto nella risoluzione di problemi scientifici.

FOTO DEL GIORNO


Tutti i vegetali vanno conservati in frigorifero?


Trova gli intrusi - © Imagemore Co., Ltd./Corbis
Trova gli intrusi - © Imagemore Co., Ltd./Corbis

Il freddo rallenta il metabolismo di frutta e verdura, e per questo permette di conservarle più a lungo. Una volta staccati dalle piante, infatti, i vegetali continuano a respirare (consumano ossigeno ed emettono anidride carbonica), ma in assenza di acqua e sostanze nutritive si degradano: le basse temperature rallentano tutte le reazioni chimiche e la respirazione, mantenendole integre per un tempo più lungo. Al naturale. Il freddo, però, non è necessario per le cipolle, che si conservano bene anche a temperatura ambiente, e non fa bene ai pomodori perché li rende meno gustosi, interferendo con le sostanze chimiche cui si deve il loro sapore. Ed è da evitare per le patate: trasforma il loro amido in uno zucchero che le rende sgradevoli al palato e, durante la frittura, fa sì che vengano prodotte maggiori quantità di acrilamide, una sostanza nociva che si forma ad alte temperature nei cibi ricchi di carboidrati (come le patatine e gli alimenti impanati). Le patate conservate al freddo, infatti, tendono a imbrunirsi di più quando friggono, e al Politecnico di Zurigo hanno dimostrato che il contenuto di acrilamide è proporzionale alla doratura dei cibi.