08 settembre, 2012

problemi tecnici !!!! ASPETTARE !!!

02 settembre, 2012

Che cosa contengono i croccantini per gatti?


Da leccarsi i baffi! - Foto del lettore: <a href="http://i.focus.it/Scheda_media.aspx?idc=2382170" target="_blank">redelnulla</a> 
Da leccarsi i baffi! - Foto del lettore:


I croccantini contengono principalmente carne di vario tipo (pollo, tacchino, manzo, coniglio, agnello) o pesce, in genere sotto forma di farine animali. A questi, in proporzioni diverse a seconda dei tipi e delle marche, si possono aggiungere molti altri ingredienti. I principali sono: grassi animali, alcuni sali (cloruro di sodio e di potassio, solfati di ferro, ossidi di rame ecc.), vitamine (quelle importanti per i gatti sono la A, quelle del gruppo B, la D e la K), riso, farina di mais e glutine.


A ciascuno il suo
La composizione dei croccantini può variare a seconda delle esigenze del gatto. Ne esistono per esempio di ipocalorici per gatti anziani (che fanno poca attività) o tendenti all’obesità, arricchiti con antiossidanti per mantenere il pelo più lucido, e contenenti fibre vegetali per facilitare la digestione.

FOTO DEL GIORNO

01 settembre, 2012

Zucchero stellare !


Questa immagine mostra la zona di formazione stellare Rho Ophiuchi in luce infrarossa, ripresa dal satellite WISE (Wide-field Infrared Explorer) della NASA. IRAS 16293-2422 è l'oggetto rosso al centro del quadrato piccolo. L'inserto è una rappresentazione artistica delle molecole di glicolaldeide che ne mostra la struttura molecolare (C2H4O2). Gli atomi di carbonio sono in grigio, gli atomi di ossigeno in rosso e quelli di idrogeno in bianco. Nell'immagine infrarossa di WISE di Rho Ophiuchi, il blu e l'azzurro rappresentano la luce emessa a lunghezze d'onda di 3,4 e 4,6 micron, proveniente in modo predominante dalle stelle. Il verde e il rosso invece rappresentano la luce a 12 e 22 micron, rispettivamente, proveniente soprattutto dalla polvere. (ALMA (ESO/NAOJ/NRAO)/L. Calçada (ESO) & NASA/JPL-Caltech/WISE Team)
Un team di astronomi europei, grazie ad una serie di osservazioni effettuate con ALMA(Atacama Large Millimeter/submillimeter Array), ha individuato delle molecole di zucchero nel gas che circonda una giovanissima stella di massa simile a quella del Sole. Questa è la prima volta in cui lo zucchero viene individuato nello spazio che circonda una stella di questo tipo e la scoperta dimostra che gli elementi che sono alla base dello sviluppo della vita si trovano al posto giusto e nel momento giusto per essere inclusi nei pianeti che si formano intorno alla stella. “Zucchero” è il nome comune di una serie dicarboidrati (molecole che contengono carbonio, idrogeno e ossigeno, tipicamente con un rapporto atomico tra idrogeno e ossigeno di 2:1 come nell’acqua). Le molecole in questione sono quelle della glicolaldeide (C2H4O2) – una forma semplice di zucchero – e si trovano nel gas che circonda la stella, di massa simile a quella del Sole e appartenente ad un sistema binario, denominata con la sigla  IRAS 16293-2422. La glicoladeide è già stata osservata agli inizi dello scorso decennio nello spazio interstellare, ma questa è la prima volta che viene trovata nelle vicinanze di una stella simile al Sole, ad una distanza paragonabile a quella che separa Urano dal Sole. La scoperta indica che alcuni dei composti chimici necessari per la vita esistevano in questo sistema nel momento in cui avrebbe potuto aver luogo la formazione dei pianeti. Oltre alla glicolaldeide, nello spazio attorno ad IRAS 16293-2422 sono state anche individuate altre molecole organiche complesse, tra cui il glicole etilenico, il formiato di metile e l’etanolo.
“Nel disco di gas e polvere che circonda la stella appena formata abbiamo trovato la glicolaldeide, una semplice forma di zucchero, non molto diversa dallo zucchero che mettiamo nel caffè,” spiega Jes Jørgensen del Niels Bohr Institute (Danimarca), coordinatore del gruppo di ricercatori.  “Questa molecola è uno degli ingredienti per la formazione dell’RNA, che – come il DNA a cui è legato – è uno degli elementi costitutivi della vita.”
L’elevata sensibilità di ALMA, che quando il prossimo anno sarà completamento operativo sarà costituito da un totale di 66 antenne paraboliche sensibili alle radiazioni millimetriche e sub-millimetriche, è stata fondamentale per queste osservazioni, eseguite con una schiera parziale di antenne durante la fase di verifica scientifica del sistema.
Il risultato veramente emozionante di questo studio è che le osservazioni di ALMA rivelano che le molecole di zucchero stanno cadendo verso una delle stelle del sistema binario, per cui non solo sono al posto giusto per trovare la loro strada verso un pianeta, ma si stanno anche muovendo nella direzione giusta.
Le nubi di gas e polveri che collassano per formare nuove stelle sono molto fredde (circa -260 C) e molti gas si solidificano come ghiaccio sulle particelle di polvere, dove si combinano tra loro per formare molecole più complesse. Ma la stella, una volta che si è formata, riscalda le zone interne della nube protostellare, facendo evaporare le molecole chimicamente complesse che si erano condensate sui grani di polvere. Questo gas emette una radiazione caratteristica sotto forma di onde radio di piccola lunghezza d’onda che possono essere captate utilizzando le potenti antenne di ALMA.
IRAS 16293-2422 dista da noi circa 400 anni luce, è quindi relativamente vicina, il che la rende un bersaglio eccellente per lo studio della chimica e delle molecole intorno alle stelle giovani. Grazie alle straordinarie potenzialità di strumenti come ALMA, è possibile studiare dettagli minuscoli all’interno delle nubi di gas e polvere dove si formano sistemi planetari.
Una domanda cruciale riguarda la complessità che queste molecole possono raggiungere prima di essere incorporate in nuovi pianeti. Questo potrebbe darci qualche informazione sulle primissime fasi di sviluppo della vita al di fuori del nostro pianeta; i dati che potranno essere raccolti da ALMA saranno fondamentali per sciogliere questo enigma.

Quante tigri sono rimaste?


Foto del lettore <a href="http://i.focus.it/Scheda_media.aspx?idc=2272300" target="_blank">betablu</a>
Foto del lettore betablu

La popolazione mondiale delle tigri è molto ridotta: tra 4.200 e 5.100 individui, secondo l’Iucn (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), che classifica la Panthera tigris come “in pericolo di estinzione”, includendola nella Lista Rossa delle specie a rischio. Un secolo fa ne esistevano ancora 100 mila.



Dove sono?
Le popolazioni più importanti sono in India (circa 1.400 tigri), Indonesia (tra 450 e 700, a seconda delle stime), Malaysia (300-500), Nepal (350) e Russia (300-400). Altrove la scarsità della popolazione è ormai diventata una possibile causa di estinzione, insieme alla scomparsa degli habitat (–41% negli ultimi dieci anni) e alla caccia, praticata soprattutto per le ossa (utilizzate nelle medicine tradizionali dei Paesi asiatici per le supposte virtù antinfiammatorie).


Per la conservazione della specie sono in corso molte iniziative, a livello locale (in India, Russia, Indonesia, Malaysia...) e internazionale: tra queste ultime, l’iniziativa della Wildlife Conservation Society e quella congiunta di Banca Mondiale e Smithsonian Institution. Entrambe si propongono di rafforzare il sistema delle riserve in 13 Paesi.

Lampadine a incandescenza addio, da oggi sono fuori legge


Con l'inizio di settembre anche le ultime rimaste sul mercato vanno in pensione. Ecco quali sono le alternative più "verdi" a nostra disposizione.

di: Klevis Gockaj
Rotta? Non importa. Da oggi le lampadine a incandescenza non saranno più in vendita, occorrerà sostituirle con un'alternativa più efficiente. Photo credit: Kyle May, Flickr, www.flickr.com/photos/kylemay/
Rotta? Non importa. Da oggi le lampadine a incandescenza non saranno più in vendita, occorrerà sostituirle con un'alternativa più efficiente. Photo credit: Kyle May, Flickr, www.flickr.com/photos/kylemay/

Centotrent'anni di servizio sono un'età più che onorevole per andare in pensione. Così dopo oltre un secolo di utilizzo le care vecchie lampadine a incandescenza, con la loro inconfondibile forma "a pera", spariranno dal mercato. Scatta oggi, 1 settembre, il divieto di commercializzazione delle ultime rimaste sul mercato, quelle con potenza compresa tra 25 e 40 watt; le altre sono state messe progressivamente fuori legge a partire dal 2009. Il bando delle lampadine più energivore fa parte di una serie di direttive europee che dovrebbero portare, entro il 2020, a un risparmio energetico equivalente al consumo di 11 milioni di famiglie all'anno, e a una riduzione annua delle emissioni di CO2 di 15 milioni di tonnellate, almeno secondo i dati forniti dalla Commissione Europea.
Uno specchietto riassuntivo del piano di messa al bando delle fonti luminose non efficienti da parte della UE: <a href="http://www.focus.it/fileflash/file/bando_lampadine.pdf" target="_blank">apri il pdf con la tabella</a>. (Image courtesy: Philips)
Uno specchietto riassuntivo del piano di messa al bando delle fonti luminose non efficienti da parte della UE:  (Image courtesy: Philips)

Che cosa rimane: fluorescenti compatte

Le alternative rimaste a nostra disposizione brillano, è il caso di dirlo, in efficienza. Le lampadine fluorescenti (quelle per intendersi dalla forma a spirale) o CFL (Compact Fluorescent Lamp) costano fino a quattro volte di più di quelle a incandescenza ma durano più a lungo, fino a 8-10 anni. Inoltre, consumano il 65-80% di energia in meno rispetto alle vecchie lampadine, che al contrario trasformavano in luce solo il 5-10% di energia, dissipando la rimanente in calore. Calcoli della Commissione Europea stimano che installandole in tutti i punti luce di casa, il risparmio annuo sulla bolletta sarebbe di 50 euro a famiglia.
Vantaggi indiscussi a parte, resta però la scocciatura dello smaltimento. Le fluorescenti contengono una infatti una piccola quantità di mercurio, pari a 5 milligrammi (una dose non pericolosa per la salute e sufficiente appena a ricoprire la punta di una matita). Nonostante il bulbo di vetro, quindi, non vanno gettate insieme alle bottiglie ma trattate come "rifiuti pericolosi" e riportate, una volta esaurite. presso i punti vendita dove le avete acquistate o nelle riciclerie cittadine.

Che cosa rimane: LED

Al contrario delle CFL, i LED (diodi emettitori di luce) si accendono subito: non dovrete cioè aspettare i canonici 60-90 secondi prima che la stanza sia illuminata. Rispetto alle lampadine a incandescenza, garantiscono un risparmio energetico fino all'85% e durano anche 15 anni in più. Non contengono mercurio ma questo non vi esimerà da un accurato smaltimento rifiuti: non possono essere gettati nel sacco nero, vanno invece smaltiti come RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche).

Conto alla rovescia per le alogene

Dal 2016 saranno bandite le lampade di classe energetica C: in questa classe rientrano, attualmente, le alogene a risparmio energetico che quindi spariranno dal mercato. La classe è determinata dall'efficienza energetica calcolata come il rapporto tra l'output luminoso (la quantità di luce emessa, o lumen) e la potenza (watt). La legislazione interessa la classe energetica, e non il tipo di lampadina: se quindi, in futuro, dovessero essere sviluppate alogene di classe più efficiente rispetto alla C, queste non sarebbero soggette al bando.

Svelata, dopo 125 anni, la ricetta segreta della Coca Cola


La ricetta segreta della Coca Cola non è più segreta, a quanto pare. Nascosta per 125 anni, è stata pubblicata in questi giorni da This American Life che è venuto in possesso della fotografia della pagina del ricettario in cui era scritta.
La storia inizia con John Pemberton (come sapete dallo spot in onda per ora in TV), un veterano della Guerra Civile, cui è attribuita l’invenzione della bevanda dolce più famosa al mondo. La ricetta originale era scritta in un libro di ricette che conteneva le formule per la preparazione di unguenti e medicine tramandate di generazione in generazione.
Una fotografia della pagina che riportava la ricetta della bevanda fu scattata il 18 febbraio del 1979 ed è venuta alla luce solo di recente quando Ira Glass di This American Life vi si è imbattuta. La Glass ha trovato altre due persone che hanno dichiarato di avere scoperto la ricetta originale della Coca Cola e anche se non coincidono perfettamente, erano talmente tanto simili che la Glass ha concluso che si trattava veramente della ricetta originale. Eccola:
  • Fluido di estratto di foglia di coca: 3 drams USP (che dovrebbe corrispondere a 3 bicchierini)
  • Ácido Citrico: 85 grammi
  • Caffeina: 28 grammi
  • Zucchero: 30 grammi
  • Acqua: 9 litri
  • Succo di lime: 1 litro
  • Vaniglia: 28 grammi
  • Caramello: 42 grammi o più per ottenere più colore
L’ingrediente segreto 7X (usare 57 grammi di aromatizzante per preparare 19 litri di sciroppo):
  • Alcool: 227 grammi
  • Olio di arancia: 20 grammi
  • Olio di noce moscata: 10 gocce
  • Coriandolo: 5 gocce
  • Neroli (un olio essenziale vegetale prodotto per distillazione dei fiori di arancio amaro, ndr): 10 gocce
  • Cannella: 10 gocce
Prima che corriate, lista alla mano, al supermercato per acquistare tutti gli ingredienti e cimentarvi nella preparazione della vostra Coca Cola home made, c’è una cosa che dovete sapere.
Non troverete l’estratto di foglie di coca. Pare che l’azienda sia l’unica al mondo, autorizzata dalla DEA, l’ente che si occupa della lotta alla droga, a potere coltivare, trattare e commercializzare questo prodotto

FOTO DEL GIORNO !