Nell'illustrazione, le particelle d'acqua cariche di elettricità fuoriescono dai suoi anelli e si vengono attratte verso l'atmosfera, creando delle "strisce" meno luminose - Foto: NASA/JPL-Caltech/Space Science Institute/University of Leicester
Anche su Saturno piove, ma in modo molto curioso, e cioè dai suoi stessi anelli: particelle cariche si staccherebbero dgli anelli ghiacciati e pioverebbero sul pianeta, "dipingendo" uno sugli strati più alti dell'atmosfera delle fasce scure.
Grazie al telescopio Keck che si trova alle Hawaii i ricercatori dell’Università britannica di Leicester hanno individuato a livello della ionosfera diverse fasce scure parallele all’equatore, in parte già evidenziate dalla sonda Voyager negli anni Ottanta ma finora rimaste inspiegabili. Le osservazioni a infrarossi hanno permesso di tracciare corrispondenze precise tra le fasce più scure visibili al di sopra della superficie del pianeta e quelle più dense e brillanti dei suoi anelli, composti da ghiaccio e vapore acqueo. È proprio da qui che le molecole di acqua, ionizzate dalle radiazioni solari, si caricano di elettricità e vengono attratte dal campo magnetico del pianeta che le conduce all'interno della ionosfera, dove neutralizzano la brillantezza degli atomi di idrogeno.
Cosa c’è di nuovo?
L’ipotesi di precipitazioni provenienti dagli anelli era già stata avanzata in passato, ma il meccanismo che le produce e la loro quantità rimanevano un mistero. Oggi si stima che le aree soggette a queste piogge coprano il 30-40% della superficie atmosferica del pianeta, per una quantità di acqua che va da una a dieci piscine olimpioniche al giorno. Ed è molto più di quanto si pensasse.
Oltre a essere affascinante, lo studio di questo fenomeno ha spiegato perché a certe latitudini (quelle soggette alle piogge) la densità di elettroni nella ionosfera scende in modo inusuale. Questo mette anche in luce che le particelle che compongono gli anelli a circa 60 mila chilometri dalla superficie influenzano il clima e la composizione atmosferica di vastissime aree. «Saturno è il primo pianeta che mostra un'interazione significativa tra la sua atmosfera e il sistema anulare» ha dichiarato James O'Donoghue, uno degli autori dello studio.
Questo primo passo è fondamentale per comprendere la formazione e l’evoluzione del sistema di anelli e i cambiamenti dell’atmosfera del pianeta. Noi intanto aspettiamo il prossimo capitolo.
Grazie al telescopio Keck che si trova alle Hawaii i ricercatori dell’Università britannica di Leicester hanno individuato a livello della ionosfera diverse fasce scure parallele all’equatore, in parte già evidenziate dalla sonda Voyager negli anni Ottanta ma finora rimaste inspiegabili. Le osservazioni a infrarossi hanno permesso di tracciare corrispondenze precise tra le fasce più scure visibili al di sopra della superficie del pianeta e quelle più dense e brillanti dei suoi anelli, composti da ghiaccio e vapore acqueo. È proprio da qui che le molecole di acqua, ionizzate dalle radiazioni solari, si caricano di elettricità e vengono attratte dal campo magnetico del pianeta che le conduce all'interno della ionosfera, dove neutralizzano la brillantezza degli atomi di idrogeno.
Cosa c’è di nuovo?
L’ipotesi di precipitazioni provenienti dagli anelli era già stata avanzata in passato, ma il meccanismo che le produce e la loro quantità rimanevano un mistero. Oggi si stima che le aree soggette a queste piogge coprano il 30-40% della superficie atmosferica del pianeta, per una quantità di acqua che va da una a dieci piscine olimpioniche al giorno. Ed è molto più di quanto si pensasse.
Oltre a essere affascinante, lo studio di questo fenomeno ha spiegato perché a certe latitudini (quelle soggette alle piogge) la densità di elettroni nella ionosfera scende in modo inusuale. Questo mette anche in luce che le particelle che compongono gli anelli a circa 60 mila chilometri dalla superficie influenzano il clima e la composizione atmosferica di vastissime aree. «Saturno è il primo pianeta che mostra un'interazione significativa tra la sua atmosfera e il sistema anulare» ha dichiarato James O'Donoghue, uno degli autori dello studio.
Questo primo passo è fondamentale per comprendere la formazione e l’evoluzione del sistema di anelli e i cambiamenti dell’atmosfera del pianeta. Noi intanto aspettiamo il prossimo capitolo.
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