08 ottobre, 2014

Ebola: perchè non si trasmetterà per via aerea

Il virus più temuto del momento non si diffonde per via aerea, ed è improbabile che lo farà in futuro. Uno dei massimi esperti italiani in malattie infettive ci spiega perché.

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Unità di isolamento per malattie altamente infettive in un ospedale britannico. I pazienti colpiti da Ebola vengono curati, in Europa, in luoghi come questi.|CAMERA PRESS/SAM PEARCE/CONTRASTO
La notizia del primo caso di Ebola contratto in Europa ha riacceso lo spauracchio di una possibile mutazione del virus che porti l'infezione a diffondersi per via aerea.
Uno scenario inquietante che è stato prontamente smentito dall'Organizzazione Mondiale della Sanità: il virus non è in grado di trasmettersi in altro modo se non attraverso i fluidi corporei. E l'ipotesi che possa modificare le sue vie di trasmissione rimane per ora altamente inverosimile. Vediamo perché.

NESSUN PRECEDENTE. «L'ipotesi del cambiamento nelle modalità di trasmissione del virus Ebola non ha per ora nessun fondamento, e trova poche evidenze anche nella storia delle epidemie virali», spiega a Focus.it Giovanni Rezza, Direttore del Dipartimento Malattie Infettive dell'Istituto Superiore di Sanità. «In epoca contemporanea non sono stati descritti in natura esempi di altre malattie virali che abbiano "shiftato" da una modalità di trasmissione all'altra».

La variante HIV-1 del virus dell'HIV, la più diffusa in Europa, America e Africa subsahariana, è conosciuta sin dall'inizio del 20esimo secolo, ma non ha mai mutato le sue modalità di trasmissione. Lo stesso vale per il virus dell'Epatite C, che ha contagiato milioni di persone a partire dagli anni '80, senza cambiare caratteristiche di trasmissibilità; stesso discorso per il virus dell'influenza aviaria.

PICCOLE TRASFORMAZIONI. Questo non significa che il virus non muti. «I virus a RNA mutano frequentemente - chiarisce Rezza - ma queste piccole, continue mutazioni in genere non sono in grado di modificarne le caratteristiche di contagiosità o di virulenza nel giro di poco tempo. È un'eventualità che nessuno può escludere, ma del tutto improbabile. Chiaramente, più il tempo passa e più l'epidemia si diffonde da uomo a uomo, più le probabilità che il virus muti aumentano. Ma che subisca mutazioni in grado di determinare un cambiamento così radicale non è assolutamente detto».

PERCHÈ DOVREBBE MUTARE? Oltretutto «evoluzionisticamente, il virus ci dovrebbe guadagnare, per modificare del tutto le proprie caratteristiche e modalità di trasmissione». Mentre Ebola si trasmette con grande efficienza già così, come tristemente ci ricordano le stime sui contagi, in continua crescita. «Ricordiamo poi - aggiunge Rezza - che Ebola è diverso dai virus influenzali. Questi ultimi sono virus segmentati: hanno cioè un RNA fatto a segmenti che possono riarrangiarsi, cioè scambiarsi segmenti genici (dando origine a varietà ibride dello stesso gene, nda). Questo con Ebola non accade».

HA OBIETTIVI DIVERSI. Per diventare trasmissibile per via aerea, Ebola dovrebbe iniziare a replicarsi nelle cellule delle vie respiratorie dell'ospite, come in quelle della gola, come si legge in un articolo pubblicato da Scientific American. Ma non è questo il target prediletto del virus, che per sua natura attacca immediatamente vasi sanguigni e fegato, senza far venire la tosse.

Anche nell'eventualità remota che il virus arrivasse ad attaccare le vie respiratorie, ciò non implicherebbe un contagio per via aerea:l'influenza aviaria attacca le vie respiratorie, ma il contagio da uomo a uomo rimane un'eventualità molto remota 

PROVE INCONSISTENTI. Un argomento spesso citato da chi agita lo spettro della trasmissione aerea del virus è quello di uno studio canadese del 2012, che avrebbe dimostrato l'avvenuta trasmissione del virus Ebola per via aerea tra cavie di laboratorio, nella fattispecie tra maiali e scimmie. Ma lo studio fu smentito dai suoi stessi autori, che stabilirono che, a favorire la trasmissione, fosse stato il lavaggio delle gabbie sporche di sangue.

«Ebola è un virus che nelle scimmie ha creato grandi epidemie, come quella in Gabon, in Africa centrale: nessuna ha dato luogo a particolari mutazioni del virus», conclude Rezza. «Prima di ipotizzare fantascientifici cambiamenti di caratteristiche del virus bisogna pensarci molto bene. Per adesso non ci sono evidenze».

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