Ebola può arrivare in Italia? E come? Quali sono i sintomi? Gli ospedali sono in grado di riconoscere e gestire un caso di Ebola? Domande e risposte sul virus Ebola in Italia.
Un'esercitazione dell'aeronautica militare per simulare l'intervento d'emergenza nel caso di arrivo in Italia di un malato di Ebola. Le probabilità che arrivi un malato sono del 5-10%.
QUAL È LA PROBABILITÀ CHE EBOLA ARRIVI IN ITALIA?
Il rischio che un malato di Ebola raggiunga l’Italia è di circa il 5-10%. «Il rischio di internazionalizzazione c’è», spiega Alessandro Vespignani, uno dei massimi esperti di epidemiologia computazionale, la disciplina che si occupa di prevedere l’andamento delle epidemie di malattie infettive.
L’Italia non è ai primi posti come rischio ma è nella lista dei primi 20 paesi. In Francia, Inghilterra, Belgio, che hanno collegamenti aerei diretti con i paesi africani dove è in corso l’epidemia, il rischio è più alto, nell’ordine del 20%.
Tali previsioni sono valide fino a fine ottobre. Se la situazione in Africa non migliora nelle prossime settimane, le probabilità che un paziente arrivi in Italia potrebbero aumentare.
BLOCCARE I VOLI DALL’AFRICA PUÒ SERVIRE?
Gli esperti non sono d’accordo. Bloccare i voli serve a soltanto a ritardare l’eventuale importazione dell’epidemia, ma ha l’effetto di creare problemi per portare volontari, aiuti e infrastrutture in Africa, dove l’emergenza è altissima e dove la necessità di interventi è imprescindibile per evitare che Ebola diventi un'epidemia mondiale.
IL VIRUS PUÒ ARRIVARE SUI BARCONI DEI PROFUGHI?
Improbabile. Chi arriva nel nostro Paese via mare affronta un viaggio lungo, durante il quale se la malattia c’è dovrebbe manifestarsi. «Inoltre tutti coloro che arrivano vengono visitati, e poi stanno nei centri» ha spiegato il ministro della Salute Lorenzin.
COME SI PUÒ PRENDERE EBOLA?
Il virus si trasmette molto rapidamente. Per prendere il virus Ebolaoccorre entrare in contatto diretto con i fluidi corporei di una persona che visibilmente infetta. I fluidi corporei che contengono il virus sono muco, sangue, lacrime, saliva, vomito e feci.
Se uno di questi fluidi tocca le membrane mucose o le ferite aperte (bocca, naso, occhi, vagina) di una persona sana avviene il contagio.
SI PUÒ PRENDERE ANCHE DA UNA PERSONA CHE SEMBRA PERFETTAMENTE SANA?
No, si tratta di una leggenda metropolitana. Ebola si può prendere solo da persone che hanno già i sintomi della malattia: prima il virus non è presente nei fluidi perché non ha ancora colonizzato l’organismo.
Ebola ha un incubazione che può arrivare fino a 21 giorni tra il momento del contagio e quello in cui i sintomi diventano visibili (in genere è molto inferiore). I normali contatti sociali, come stare vicini e persino darsi la mano, non sono occasioni di trasmissione del virus.
QUALI SONO I SINTOMI DI EBOLA?
I sintomi più ricorrenti sono l’insorgenza molto rapida di febbre, mal di testa, senso di debolezza, dolori alle ossa e ai muscoli. Con il progredire della malattia compaiono diarrea (talvolta con presenza di sangue), vomito, perdita di appetito e mal di stomaco. Questa prima fase può durare fino a 10 giorni.
La malattia poi evolve in maniera devastante assumendo le caratteristiche tipiche di una febbre emorragica: sfoghi cutanei sul viso, sul collo, sul torso e sulle braccia, la pelle spesso inizia a sfaldarsi; occhi arrossati; • ematomi ed emorragie cutanee in alcuni casi; sanguinamento dagli occhi, dalle orecchie, dal naso, dalla bocca, dalle mucose e dal retto in rari casi.
QUALI PROCEDURE VERREBBERO ADOTTATE SE ARRIVASSE UN CASO DI EBOLA?
Riconoscere un malato di Ebola e diagnosticare l’infezione nei primissimi giorni non è facile perché i sintomi possono essere facilmente confusi.
Per questo motivo il ministero della Salute ha emesso una circolare, il 1 ottobre, per stabilire come gestire negli ospedali i casi di febbre alta (superiore a 38,6 °C) o con storia di febbre nelle ultime 24 ore e che abbia visitato un paese a rischio o sia venuto in contatto con un malato di Ebola negli ultimi 21 giorni.
Il paziente verrebbe posto in isolamento e dotato di mascherina e gel per l'igiene delle mani. Poi verrebbe trasferito con le necessarie misure precauzionali (uso di mascherine, telo impermeabile sul lettino e decontaminazione successiva dell'ambulanza) presso il reparto di malattie infettive di riferimento.
ESISTONO ESAMI DI LABORATORIO PER DIAGNOSTICARE EBOLA?
Gli esami di laboratorio per la conferma di un’infezione da virus Ebola sono pochi e disponibili solo in strutture specializzate come l’ospedale Sacco di Milano o lo Spallanzani di Roma.
È POSSIBILE CHE SI VERIFICHI UN CASO DI CONTAGIO COME QUELLO DELLA INFERMIERA SPAGNOLA?
L’infermiera Romero ha contratto il virus mentre assisteva due malati di Ebola trasportati a Madrid dalla Liberia ed entrambi morti a causa della malattia.
Secondo la ricostruzione più attendibile, Romero sarebbe entrata nella stanza di uno dei missionari in due occasioni: una per cambiargli l’assorbente e le lenzuola del letto, un’altra per pulire la stanza dopo la sua morte. L’infermiera ha detto di non potere escludere di essersi toccata il viso con uno dei guanti usati nella stanza, mentre si stava togliendo la tuta protettiva.
Incidenti di questo tipo possono accadere ma sono sempre causati da errori o distrazioni. Il protocollo italiano prevede che ci si avvicini a un malato di Ebola indossando camice impermeabile, doppi guanti impermeabili, mascherina, occhiali protettivi o maschera facciale, copertura impermeabile per le gambe e per le scarpe e copricapo. I guanti vanno cambiati quando presentano o si sospettano danneggiamenti o rotture. E le mani vanno sempre igienizzate prima di indossare un nuovo paio di guanti.
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