11 febbraio, 2013

Come si pesa un buco nero?


Un nuovo modello matematico permetterà agli astrofisici di stimare il peso di un buco nero in sole 5 ore di osservazioni.

  Quanto pesa un buco nero? Fino ad oggi, per rispondere a questa domanda, gli scienziati hanno impiegato complessi metodi di calcolo basati sull’osservazione e la misurazione di alcuni parametri dei pianeti e delle stelle che vi orbitano intorno. Ma uno studio recentemente pubblicato su Nature a firma di Timothy Davis e dei suoi colleghi dello European Southern Observatory, tra cui l'astrofisico italiano Michele Cappellari, presenta un nuovo sistema per stimare la massa di questi misteriosi corpi celesti.

Scienza alla rovescia Davis e il suo team si sono concentrati sui movimenti delle masse di monossido di carbonio all’interno di una galassia e lo hanno modellizzato al computer. Hanno poi inserito nella simulazione diversi buchi neri fino a quando non hanno osservato nel gas un comportamento uguale a quello rilevato in natura.
Gli scienziati hanno insomma ripercorso la strada a ritroso, modificando all’interno del modello il parametro da scoprire (cioè la massa del buco nero) fino a quando non hanno trovato il comportamento desiderato nei parametri noti (i movimenti della massa di CO).

Trilioni di triliardi di chili. Questo sistema di calcolo ha permesso al team di quantificare in 450 masse solari (2x1029, cioè 2 seguito da 30 zeri kg) il peso di del buco nero supermassivo al centro della galassia NGC4526, nella costellazione della Vergine. 
«I buchi neri e le galassie che li ospitano sembrano legati da alcune particolari proprietà fisiche: il nostro obiettivo è cercare di capire cosa li lega tra loro» ha spiegato Davis a Nature. «Ma per comprendere queste relazioni dobbiamo essere in grado di misurare le loro masse e confrontarle con diversi tipi di galassie».
Gli scienziati sono giunti all’elaborazione di questo nuovo modello dopo oltre 100 ore di osservazioni con il telescopio californiano Carma, ma grazie al nuovo Alma installato in Cile, ipotizzano di raggiungere lo stesso livello di precisione in sole 5 ore.

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